La professoressa Gea Oliveri Conti è intervenuta nel corso del convegno “Una cura: ambiente e salute in un’ottica One Health”, trattando dello stretto legame fra ambiente e salute umana. La convention, tenutasi lo scorso 4 Aprile presso la Sala Stampa Vito Finocchiaro del Comune di Acireale, è stato uno degli eventi all’interno del folto programma della mensilità, che l’amministrazione comunale ha deciso di dedicare al tema ambientale, organizzando una serie di iniziative anche in collaborazione con associazioni del territorio e liberi cittadini. Il suddetto incontro, che ha visto l’intervento di diversi esperti in un’ottica multidisciplinare, è stato concepito da Costanza Vecchio, medico psichiatra e psicoterapeuta.
Ambiente e salute / Ad Acireale, l’intervento di Gea Oliveri Conti per un approccio One Health
“One health è un concetto di salute molto più integrato con l’ambiente, la natura, gli animali ma anche con le politiche, l’economia, la geografia economica. Quindi bisogna avere un approccio multidisciplinare alla salute pubblica, proprio perché sono tantissimi gli elementi sui quali si può intervenire, spingendo verso quella che noi abbiamo chiamato salute unica.
Non c’è ambiente sano che non abbia una popolazione sana. Viceversa un ambiente corrotto, inquinato o con problemi ambientali abbastanza importanti sicuramente riflette nella popolazione delle problematiche sanitarie” spiega Gea Marzia Oliveri Conti, professore associato di Igiene generale e applicata all’Università di Catania e presidente del corso di laurea magistrale in Scienze riabilitative delle professioni sanitarie dell’Unict. “Il vantaggio di essere ricercatore nell’ateneo catanese è che lì c’è una storia di oltre 50 anni di cultura ambientale applicata alla salute”.
Ambiente e salute / Ad Acireale, l’intervento di Gea Oliveri Conti per un approccio One Health: gli effetti del riscaldamento globale sull’uomo
Diverse evidenze scientifiche rilevano come gli ambienti esposti a isole di calore – che in città sono la normalità – e ad aumento della temperatura, anche per effetto del climate change, abbiano innalzato le percentuali di mortalità registrate per varie cause (cardiovascolari, respiratorie, ecc.). Gli aumenti di temperatura, aumentano la viscosità del sangue, influenzando i fattori di coagulazione. “Abbiamo dimostrato, studiando la popolazione catanese, che nei periodi ad alte temperature con persistenza di queste per almeno 2 giorni, gli accessi ospedalieri per infarto del miocardio acuto e, in particolare in questa ricerca, per trombosi venosa profonda, aumentano vertiginosamente” illustra la prof.ssa Oliveri.
“La coesposizione a cambiamento climatico e inquinamento atmosferico porta alla trombosi. Questo avviene perché molti metalli che sono trasportati dalle particelle di polveri sottili che noi inaliamo, innescano i fattori di coagulazione. Quindi la cascata coagulativa si attiva quando in realtà non ce ne sarebbe bisogno”. Di fatti, una metanalisi pubblicata sulla rivista Environmental International, svolta da epidemiologi, ha mostrato come ci sia una forte correlazione tra cambiamento climatico e aumento delle polveri sottili respirabili. Quando aumentano le polveri sottili, aumenta la temperatura e viceversa. In particolare il PM2,5, la frazione che arriva alla porzione più profonda del polmone, è quella che poi indica una maggiore attività negativa su quelli che sono gli effetti sanitari di popolazione.
Ambiente e salute / Ad Acireale, l’intervento di Gea Oliveri Conti per un approccio One Health: gravidanza e sviluppo fetale
La popolazione più vulnerabile alle alte temperature è rappresentata dalle donne in gravidanza e i bambini appena nati, come anche in fase intrauterina. “Assistiamo alle nascite pretermine, l’aumento della frequenza della presenza di cataratta congenita, soprattutto nei bambini che sono stati partoriti in prossimità dei periodi molto caldi o che si sono mantenuti nel tempo molto caldi”. espone la prof.ssa Oliveri, e prosegue “Vi sono anche degli effetti sulla fertilità. Soprattutto quella maschile è fortemente compromessa dall’aumento delle temperature. Le proteine, che sono il core funzionale dello spermatozoo, a 34-35 gradi finiscono per debilitarsi e quindi perdere la funzione motrice”.
Queste osservazioni hanno valenza anche in un’ottica storica e antropologica. Nel corso delle ere geologiche, all’aumentare delle temperature, la teca cranica e lo sviluppo del cervello umano tendono a diminuire. Cià conduce ad un minor volume cerebrale rispetto a quello riscontrato durante le glaciazioni. Il neurosviluppo è quindi fortemente sensibile agli sbalzi termici, soprattutto durante la gravidanza.
Ambiente e salute / Ad Acireale, l’intervento di Gea Oliveri Conti per un approccio One Health: Il verde urbano è necessario
“Le nostre città sono cementificate, abbiamo preferito eliminare il verde, per tutta una serie di motivi… costa mantenere il verde pubblico. Però non ci ricordiamo che la salute pubblica costa molto di più”. commenta la dtt.ssa Oliveri, e aggiunge “Dobbiamo iniziare a parlare di sistemi urbani verdi, città progettate per la salute. Alcuni architetti insegnano Igiene ambientale al politecnico di Milano, proprio perché ridisegnare l’urbanistica è uno dei sistemi diretti di intervento sulla salute a livello preventivo”.
La riforestazione urbana riduce l’inquinamento dell’aria poichè parte dei gas climalteranti vengono assorbiti, oltre che aumentare la biodiversità e diminuire l’inquinamento acustico. Essere esposti al rumore e contemporaneamente all’inquinamento atmosferico porta ad un maggiore rischio di infarto del miocardio acuto. Inoltre, una donna in gravidanza a contatto con ambienti verdi ha una maggiore probabilità di partorire intorno alle 40 settimane, il periodo consono richiesto dallo sviluppo fetale, ma soprattutto il peso corporeo del bambino è sovente entro i limiti – cosa che spesso non si verifica in ambienti cementificati o molto caldi, in cui il nascituro è sottopeso rispetto all’età fetale.-
Il verde migliora anche l’umore e l’aspetto psicofisico delle persone. La prof.ssa Oliveri argomenta: “Ci sono delle vere e proprie patologie mentali collegate al cambiamento climatico. Non si tratta solo di eco-ansia, dovuta alle tempeste, i tifoni, gli allagamenti e tutto ciò che è conseguenza del cambiamento climatico. C’è proprio un aumento della depressione sostanziale e soprattutto di disordini da stress post-traumatico. Nei periodi caldi la popolazione con problematiche psichiatriche tende a diventare aggressiva, ad aumentare il tasso di suicidio. Si incrementa una perdita anche in temrini di PIL, volendo essere materialisti”.
Ambiente e salute / Ad Acireale, l’intervento di Gea Oliveri Conti per un approccio One Health: modelli di aree urbane
La città- spugna è un modello di pianificazione urbana sempre più convalidato. In questo sistema il verde non serve solo a limitare le isole di calore, ma serve anche a drenare le acque di superficie. Si parla infatti non solo di tecnologie verdi ma anche di tecnologie blu. La Cina sta spendendo miliardi di dollari in inserimento di specchi d’acqua nelle grandi città. Non solo servono a produrre umidità, contrastando i grandi picchi di calore, ma danno la possibilità di praticare anche sport e attività fisica. Integrare infrastrutture urbane per il raccoglimento delle acque consente anche di gestire il verde e mitigare la crisi idrica.
Tornando al mondo “occidentale”, Boston risulta davvero degna di nota. Era una delle aree urbane maggiormente industriali dei primi del ‘900 ed è stata la prima a diventare una città modello del green urbano. Fra gli esempi lodevoli che possiamo scorgere sul territorio nazionale annoveriamo Milano, primo modello in Italia nell’ambito della riforestazione urbana.
Maria Maddalena La Ferla