La poesia nasce dal silenzio e il poeta attraverso le parole disegna immagini, esprime sentimenti. Ma scrivere una poesia significa “scegliere”, non si può dire tutto, non si può trasformare tutto il silenzio in parole; gli spazi bianchi, le pause, e i versi aggiungono significato, esprimono ciò che è indicibile La poesia lirica secondo Giacomo Leopardi è il genere più nobile e puro d’ogni altro, vera e pura poesia in tutta la sua estensione; propria di ogni uomo anche incolto.
E liriche leggiamo nel testo “Silenzioso canto del cuore” di Giuseppina Guarnera, composto da cinquantatre poesie e un racconto Matrioska. Lo scritto è nel complesso, per le tematiche affrontate, un continuo dialogo tra l’io della poetessa e il suo passato, il suo presente e il futuro, nel tentativo di ricongiungere i frammenti di una realtà lontana, percepita con gli occhi di una bambina/adulta che nelle perdite, nella morte dei genitori, nella nostalgia dei giorni felici cerca, come in una matrioska, il fondo, il senso della vita.
L’ autrice esplora territori nuovi nella mente e nel cuore, senza presunzione e in punta di piedi. Ascolta il proprio silenzio e ne sente la misteriosità, in cerca di passi da fare. Si interroga sulla relazione esistente tra i suoi comportamenti passati e il suo atteggiamento verso i suoi cari e tutte le persone con cui comunica.
Nel “Silenzioso canto del cuore” la ricerca di sè
Come scrive Ottavio Di Grazia nella prefazione al libro “Guarnera sa che oltre il mai più, oltre la nostalgia, c’ è la malinconia resa possibile dalla coscienza di un altrove …… Ancora possibile “un preciso riferimento culturale sottende la sua visione del mondo. Stilisticamente le parole suggeriscono e non svelano; attraverso risonanze, corrispondenze alludono ad una realtà da esplorare e ‘a far vivere un sogno’. Perché c’è ‘chi ascolta’: il poeta”.
Credo che dal Sensibile all’Invisibile si compia il miracolo della memoria: il significante diventa significato, il profumo ricordo, la terra appartenenza, fessure i sogni. Costituiscono una storia il viso, gli occhi, le mani, le lacrime, il Cuore, la perla, il mare, il fiume in piena, la luce, il vento. E dall’altra parte l’amore, il dolore, l’innocenza, la vanità, l’ umiltà, l’ anima, il Silenzio.
Nel racconto Matrioska l’ accostamento tra i fatti e i sentimenti è ancora più visibile.
>Il bisogno della consapevolezza delle origini, la vita “spezzata”, l’attesa del padre, il perdono, si dispiegano attraverso un continuo gioco di rimandi tra i vari momenti della vita passata, l’ infanzia, l’adolescenza fino all’età adulta. Quest’ultima segnata da una strada, via Borello, pone il confine e poi c’è l’oltre in divenire.
La sensibilità della poetessa verso gli altri si esprime anche nella concretezza. Cioè nel destinare una parte del ricavato della vendita del libro ai progetti di collaborazione dell’ Associazione Italia-Rwanda.
Maria Grazia Pennisi