Cinema / Acireale, dibattito su “Of caravan and the dogs”, mancanza di libertà della stampa russa

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film Of Caravan and- the Dogs

Of caravan and the dogs indica metaforicamente che, finché i cani abbaiano, la carovana si muove. Ma chi sono questi cani liberi di abbaiare? La metafora da cui prende il nome il film documentario di Askold Kurov, simboleggia con l’abbaiare dei cani, la possibilità di espressione dei giornalisti in Russia. Argomento cardine, questo, del documentario proiettato il 13 aprile nei locali della sala Pinella Musmeci di Acireale.

Il docufilm fotografava la precaria e difficile condizione della stampa russa, la cui libertà di espressione è pressoché inesistente. Le uniche mosche bianche in Russia, sono quelle della stampa indipendente, che con la loro continua lotta, combattono una difficile resistenza con le parole invece che con le armi.dibattito su libertà di stampa in Russia

La finalità della serata era, però, duplice: oltre ad essere un incontro culturale, era anche un momento di beneficenza.
Dietro l’organizzazione di questo momento culturale, certamente non semplice per via degli argomenti trattati, l’associazione giovanile culturale acese L’Impulso, molto attiva e presente sul territorio di Acireale.

Lorenzo Russo, presidente dell’associazione, in un’intervista, ci ha raccontato le motivazioni ed il percorso che ha mosso l’associazione a donare questo spazio culturale e di confronto alla comunità acese.

Lorenzo Russo, quali sono stati i motivi che vi hanno spinto a voler proiettare ad Acireale questo film-documentario?

La voglia di fare qualcosa con la città sorge tra noi all’indomani dello scontro alla Casa Bianca, tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, avvenuto lo scorso primo marzo.
Queste sono delle tematiche verso cui noi, come associazione, siamo molto sensibili.
E sentivamo l’esigenza di un  confronto con la città a proposito di quanto sta accadendo nel mondo.
Volevamo creare uno spazio di dialogo costruttivo, non uno scontro. Quindi da questo desiderio ci è venuta l’idea di un cineforum, perché è uno strumento in grado di unire il momento culturale della visione del film con quello del dibattito. Sentivamo il dovere di metterci in discussione e cercavamo lo spazio del confronto per poter imparare qualcosa anche noi.

Com’è stata strutturata la serata?

L’incontro di domenica è stato pensato, appunto, per creare un dialogo e non c’è stata alcuna finalità di lucro dietro. L’ingresso prevedeva una donazione su base volontaria ed il ricavato è stato devoluto interamente alla ONG Mediterranea Saving Humans, che si occupa di fornire aiuti umanitari in Ucraina.

Come vi è sembrata la reazione del pubblico presente in sala?

C’è stata un’ottima partecipazione di circa ottanta persone, gli argomenti erano delicati ed il pubblico era molto preparato sull’argomento.
Certamente la visione del film ha aiutato ad innescare un dibattito naturale e costruttivo, in cui sono stati toccati argomenti come la libertà di stampa, la libertà di espressione, il riarmo, la difesa dell’Ucraina. Si è fatta una fotografia globale dello stato di salute delle democrazie e si è discusso dei valori europei. E, oltre che del conflitto russo- ucraino, si è chiaramente discusso anche di quello in corso tra Israele e Palestina.

Avete in programma altri momenti simili?

Ci piacerebbe, ma come associazione culturale non è sempre facile, quindi ci servirà del tempo per organizzarci.

 

Giulia Bella