Testimonianze su Papa Francesco / Uomo di spiritualità e umanità profonde, profeta autentico

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Papa Francesco e Giuseppe Vecchio

Il rischio di cadere nella retorica, a poche ore dalla notizia del ritorno del Papa alla casa del Padre, è grande. Cercherò di evitarlo raccontando, in sintesi, due semplici momenti testimoniali di incontro con Francesco, uno a distanza, l’altro faccia a faccia. Entrambi li attribuisco a un dono speciale, che molti, invece, direbbero capitati per caso.

Il primo è del pomeriggio avanzato del 13 marzo del 2013, giorno della sua elezione al soglio di Pietro.
La notizia della fumata bianca arrivò nella sala dell’albergo dove si svolgeva la seduta pomeridiano del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti. Il presidente Enzo Iacopino la comunicò subito, suscitando un’emozione, in verità, misurata tra gli oltre cento consiglieri presenti.

Erano già le 18 e la riunione, che si avviava alla conclusione, fu chiusa anzitempo, su richiesta di tanti di noi. Tra questi io, che speravo di andare in piazza San Pietro e vivere da vicino il primo incontro del nuovo Pontefice con il popolo.

Papa francesco riceve libro da Giuseppe Vecchio
Papa Francesco riceve da Giuseppe Vecchio una copia del Libro “Ponti e porti”

La corsa verso piazza San Pietro

Una breve discussione con altri due colleghi e saltammo sul taxi chiamato in fretta. Raccomandai all’autista di portarci quanto più possibile vicino alla piazza San Pietro, mentre nella zona intorno al Vaticano le strade erano presidiate dalle forze dell’ordine e molte erano già chiuse al traffico. L’impresa sembrava difficile, ma il tassista mi aperse l’animo rivelando di conoscere a menadito quella zona, dato che abitava proprio nel quartiere, e avrebbe fatto di tutto per esaudirci. Transitammo per viuzze anche minuscole; fino a quando l’autista ci fece scendere, effettivamente, a poche centinaia di metri da piazza San Pietro.

Tragitto che facemmo quasi di corsa e, una volta dentro l’area del colonnato, non senza difficoltà, ci fermammo quasi sotto l’obelisco. Pochi minuti e comparve, preannunciato dal Cardinale Protodiacono, l’uomo che, disse quasi presentandosi, “veniva quasi dal confine della terra”.

Fui colpito dalla semplicità e dall’umiltà di quell’uomo, che pure era pienamente cosciente di assumere un ruolo, comunque, tra i più difficili. Forse, il più importante in assoluto sulla faccia della terra. E dalla sua richiesta di pregare per lui, con la quale chiuse il suo primo discorso con l’abito bianco.

Il secondo incontro con Papa Francesco

Il secondo incontro risale al 23 novembre di due anni fa, quando il Pontefice ricevette, in udienza privata, i direttori dei giornali diocesani, in occasione dell’assemblea elettiva della federazione che li raccoglie (Fisc). Incontro che seguiva di alcuni anni un analogo evento.

Avevo preso anche l’impegno di consegnargli (brevi manu) copie di due libri editati da “La Voce dell’Jonio”, la raccolta di poesie “Versi di pace” e l’albo illustrato per ragazzi “Ponti e Porti”, che richiama, anche nel titolo, la predicazione del Pontefice sulla fraternità universale.

In 30 – 40 secondi, profondamente emozionato, ho comunicato al Papa i saluti della “Mensa di fraternità” di Santa Venerina che frequento, e gli ho consegnato i due libri, i cui contenuti sono nei titoli. In particolare, ricordo il sorriso di compiacimento di Francesco, nell’osservare la copertina dei “Ponti e Porti”, che è una sua espressione, cui l’autore del testo, Pippo Scudero, si era ispirato.

Ho sentito di trovarmi di fronte a un grande uomo di spiritualità e umanità profonde e un profeta autentico; mi considero fortunato.

Giuseppe Vecchio
Direttore de “La Voce dell’Jonio”