Canto al Vangelo domenica 27 aprile ( Gv 20,29 )
Alleluia, alleluia. Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto! Alleluia
Vangelo domenica 27 aprile ( Gv 20,19 – 31 )
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Parola del Signore
Riflessione sul vangelo di domenica 27 aprile
La Liturgia di questa seconda Domenica di Pasqua, detta della Divina Misericordia, presenta il brano del vangelo di Giovanni nel racconto dell’apparizione di Gesù Risorto ai discepoli.
Il Risorto entra nel luogo dove i discepoli erano rinchiusi per timore dei Giudei, dicendo loro: “Pace a voi”. Gesù spalanca le porte del cuore impaurito portandogli la pace.
E mostra loro i segni del suo amore, cioè le sue piaghe. Mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono nel vedere il Signore.
I discepoli riconoscono Gesù, guardando i segni della crocifissione sulle mani e sul fianco, e gioiscono nel rivederlo con loro. Il Risorto entrando nella vita di chi lo accoglie nel cuore, mostra le sue piaghe di amore, invitando i suoi discepoli a toccare le sue ferite.
Ferite presenti in quella porzione di umanità disprezzata ed umiliata.
Tommaso non era presente all’incontro ed era inizialmente incredulo perché non aveva ancora visto ed incontrato Gesù . Ma quando Gesù Risorto gli mostra le sue ferite di amore, Tommaso pronuncia la sua professione di fede: “Mio Signore e mio Dio!”.
Il cristiano è colui che dopo aver incontrato il Cristo Risorto, tocca le sua piaghe presenti nei poveri, negli afflitti, nei senza tetto, nei sofferenti, per poterne alleviare il dolore con il balsamo dell’amore di Dio.
La vita cristiana è chiamata a testimoniare la bellezza e la grandezza dell’amore misericordioso di Dio verso tutti. Come prega il Salmista biblico nel Salmo Responsoriale di questa Domenica: “Rendete grazie al Signore, perché è buono: il suo amore è per sentre”.
Letizia Franzone