Anche “dietro le sbarre” vola la fantasia. Singolare iniziativa nel carcere di Brucoli

0
111

“Uscire dallo spazio soffocante che tiene prigionieri, si può”. Così afferma Giuseppe Lombardo (direttore dell’Ufficio per l’Educazione, la Scuola e l’Università della diocesi di Siracusa) nella prefazione del libro Favole dietro le sbarre (casa editrice Istina).

Favole dietro le sbarre_2Si tratta di un interessante “esperimento”, consistente nella raccolta di cinque fiabe scritte da alcuni detenuti del carcere di Brucoli (Augusta), i quali, pur nella loro condizione, non hanno perso la fantasia e la sensibilità per cimentarsi nell’invenzione di storie destinate ai bambini. Sono cinque graziosissime storie che contengono tutti gli elementi classici delle fiabe: dalla tipica formula d’inizio “c’era una volta”, agli elementi magici, ai personaggi fantastici (tra cui spiccano fate e principesse), al lieto fine; e non mancano neppure gli animali saggi, ma anche gli oggetti miracolosi, capaci di portare gioia e allegria. Cinque bellissimi titoli – “Hortensia e il sogno della vita”, “Nippolo e le pagine bianche”, “L’ombrello giallo”, “Il giardino dei ‘peri d’oro’”, “La furbizia della volpe Bank” – per tre autori, Francesco Antinolfi, Roberto Agnello e Diego Barzotta. Francesco Antinolfi ha pure scritto l’introduzione, in cui sottolinea l’intento educativo del libro e indica quali destinatari i bambini, ai quali augura che ognuno di essi “possa avere un libro di favole sul proprio banco di scuola, nel proprio zainetto, nella propria casa, nella propria vita perché i sentieri del sogno conducono alla ‘verità’”. La psicologa Annamaria Corpaci ha curato la pubblicazione e lo stesso direttore della casa di reclusione di Augusta, Antonio Gelardi, ha scritto la presentazione. Interessanti e accattivanti anche le numerose illustrazioni di Giovanni Carcione e Giovanna Corvaia, in stile “naïf”, simili ai disegni che potrebbe fare un bambino.

Si sente nel libro e nelle singole fiabe un forte desiderio (e non solo simbolico) di creare un legame comunicativo tra “dentro” e fuori, a volere “evadere” con il pensiero per andare a trovare anche i propri cari, le persone a cui si è legati affettivamente, i bambini (i “propri” bambini). Si sente anche tantissimo, nelle cinque storie (dove più, dove meno), la voglia di maturazione e di riscatto.

Il sogno e la fantasia possono aiutare tantissimo in questo senso, oltre a far superare il peso dell’isolamento e del tempo che “dietro le sbarre” assume un’altra dimensione.

Nino De Maria

Print Friendly, PDF & Email