Cesare Cellini non è un poeta tanto conosciuto dal grande pubblico.
E’ stato però uno straordinario rappresentante dell’arte poetica, che ha suscitato stupore fin da giovanissimo, fin da quando, diciottenne, partecipò ad un premio letterario dove stupì la giuria e gli organizzatori presentando ben 97 poesie a fronte delle cinque richieste. Cellini era nato a Genova da genitori ascolani, ma, divenuto catanese di adozione, è morto di leucemia nel 1993, a soli 28 anni. Tutte le sue poesie sono adesso raccolte nel volume Ad Alba inoltrata, che è stato presentato nel salone-teatro dell’Istituto Comprensivo “Paolo Vasta” di Acireale dal prof. Sergio Collura, docente di Antropologia culturale e Filosofia Estetica, alla presenza della dirigente scolastica Nunziata Di Vincenzo e di un nutrito pubblico di estimatori, tra cui numerosi docenti dell’istituto ospitante e di altri istituti acesi.
Il prof. Collura, che ha conosciuto personalmente Cesare Cellini e lo ha seguito artisticamente fino agli ultimi momenti della sua vita, ha sottolineato alcuni aspetti dell’opera del giovane Poeta, in cui si riscontra una alternanza tra fede e ragione, ed in cui la Parola costituisce il nucleo centrale: “parola dell’uomo” e “parola di Dio”, dotate di pari dignità perché “ambedue salvano”. Attraverso la lettura di varie liriche, ha poi evidenziato il senso del tempo nella poesia del Cellini, che assume un aspetto sempre più pregnante man mano che egli sente avvicinarsi la sua fine, di cui era perfettamente informato e cosciente. Forte è stato anche il legame del Nostro con la Sicilia, sua terra d’adozione, come dimostra nella lirica “Saluto all’ospite”, in cui con pochi sapienti tocchi ci si districa tra “mari aperti oltre l’orizzonte” e “un sole che arde e illumina nell’ombra, in una natura dominata dall’Etna, “vulcano sempre vivo che trema e fa tremare”; se ne ripercorrono inoltre storia, tradizioni, personaggi mitici (Ulisse, Orlando, Aci e Galatea) e famosi (Bellini, “Candido Cigno” di cui “esplode improvviso il melodico limpido canto”).
Il prof. Sergio Collura è anche il fondatore del Movimento “Giovani per un Nuovo Umanesimo”, che, ispirandosi proprio alla poetica di Cesare Cellini, proclama la pari dignità tra tutti i popoli e le etnie, sempre più chiamati a convivere e ad agire insieme per il bene comune e per la pace. Al Movimento ed ai suoi principi il prof. Collura ha dedicato la seconda parte della serata, che si è presentata come un evento culturale vero e proprio, arricchito anche dalla presenza del violinista Angelo Di Guardo e della pianista Rosa Greco, che hanno curato gli intermezzi musicali.
“Un evento culturale che – come ci dice la preside Tina Di Vincenzo – potrebbe essere il primo di una serie di attività organizzate dall’Istituto ‘Paolo Vasta’”.
Nino De Maria