(10-5-2014) Si è da poco concluso l’incontro di Papa Francesco con la scuola italiana, evento finale della manifestazione “La Chiesa per la Scuola”, organizzata dalla Conferenza Episcopale Italiana.
Più di 300mila tra docenti, studenti, dirigenti, genitori e personale della scuola hanno invaso fin dalle prime ore del mattino i dintorni di piazza San Pietro in attesa dell’apertura dei varchi. Hanno poi riempito, oltre la piazza, tutta via della Conciliazione ed oltre, fino al Tevere ed a Castel Sant’Angelo, con numerosi striscioni e tanti cappellini colorati per proteggersi dal sole. Papa Francesco ha fatto il suo ingresso nella piazza – trasformata in una ideale, immensa, aula scolastica – poco dopo le ore 16 ed ha fatto un lungo giro con la papamobile, salutando, stringendo mani, abbracciando bambini, mentre dentro l’auto cadevano magliette, foulard e cappellini.
“Una festa per la scuola”, l’ha definita lui stesso. Ed in questo clima di festa si sono succeduti gli interventi del presidente della CEI card. Angelo Bagnasco, del ministro dell’istruzione Stefania Giannini, le esibizioni dei numerosi ospiti – attori, cantanti, rappresentanti del mondo dello sport – e le testimonianze, sentite ed appassionate, di tutti coloro che a vario titolo fanno parte del mondo della scuola. Il card. Bagnasco ha invitato a “considerare la scuola come un tassello decisivo nella costruzione della città dell’uomo, e come una condizione necessaria per aprirsi alla realtà tutta intera”, mentre il ministro Giannini ha definito la scuola “un bene comune, un diritto di ciascuno e un dovere per lo Stato”.
Breve ma intenso il messaggio finale di Papa Francesco, che, dopo aver dichiarato il suo amore per la scuola “perché ci educa al vero, al bene e al bello”, ha ricordato la sua prima insegnante, la maestra che egli conobbe all’età di sei anni e che non poté più dimenticare, andando a trovarla per tutta la vita, fino al momento in cui venne a mancare a 98 anni. Bisogna “imparare ad imparare”, ha poi aggiunto, individuando in questo principio il segreto per amare la scuola. Ed ha concluso con un invito: “Per favore, per favore, non lasciamoci rubare l’amore per la scuola!”.
Nino De Maria