Un muro scrostato, il profilo del volto di una donna vestita con un abito a fiori, sdraiata su una lastra di marmo, che tiene tra le mani le pagine di un libro. Un pavimento di maioliche, un grande tavolo di legno, uno specchio sullo sfondo e una bambina in piedi che osserva un giornale incorniciata in una conchiglia di luce. Immagini che raccontano un mondo, quelle della prima personale di Rosario Leotta, talento giarrese della fotografia e delle elaborazioni grafiche.
Allestita a Giarre dal Gru (Gruppo di resistenza umana),la mostra, aperta al pubblico nell’ultimo week end di aprile, ha riscosso un successo insperato per l’intorpidita cittadina nella quale gli organizzatori tentano “di offrire un piccolo spazio espositivo ai talenti artistici della zona”. L’associazione Gru intende scatenare “una reazione alla desertificazione culturale del contesto”. Inizia perciò dal quartiere semi-dimenticato del Campo Santo Vecchio, “valorizzandolo con le iniziative e dotandolo di un piccolo spazio aggregativo fruibile anche ai suoi abitanti. Non vogliamo appiattirci in una città, Giarre, spesso priva di stimoli culturali e sociali, anestetizzata da una classe politica indecente ed inadeguata a rispondere a qualsivoglia istanza della società”.
Rosario Leotta, 29 anni, dopo gli studi classici e la laurea in Scienze della Comunicazione, affascinato dalla possibilità di trovare sempre nuovi codici d’espressione, viene influenzato nel suo percorso da ogni forma d’arte: “Fin da bambino sono stato sempre a contatto con l’arte, essendo mia madre pittrice di professione. Dal 2000 in poi ho iniziato con la pittura e con il disegno. Dal 2005 mi sono avvicinato alla fotografia”.
-Dal fotoritocco alla fotografia classica. Un percorso all’inverso?
“All’inizio della mia attività l’avvento del digitale mi ha permesso di applicare tecniche pittoriche alla mia fotografia tramite programmi di fotoritocco. Successivamente, essendo al contempo affascinato dalla fotografia tradizionale, ho dato inizio a delle serie in bianco e nero utilizzando gli stessi programmi che mi permettono di adottare tecniche simili a della camera oscura classica.
-Quali soggetti prediligi?
“Sono stato sempre molto attratto dal grottesco e da personaggi desueti, ma allo stesso tempo da soggetti dai tratti più infantili che mi permettono di evocare scenari irreali e senza tempo”.
-Quali sono i tuoi fotografi preferiti?
“Mario Giacomelli, Martin Parr, Richard Avedon, Joel-Peter Witkin. Ultimamente sono stato molto influenzato dalla fotografia di Rocky Schenck”.
-Sei stato finalista al premio Arte Mondadori 2007, nel 2008 hai seguito il corso tenuto a Napoli da Ugo Pons Salabelle. Hai un curriculum di tutto rispetto, hai ottenuto risultati soddisfacenti a premi prestigiosi. Hai partecipato alla collettiva di “You Artist Festival” il 9 e il 10 maggio a Roma.
“Oltre alla finale del premio Arte Mondadori del 2007, sono felice di avere raggiunto dei buoni risultati anche all’estero con i premi Celeste Prize International, in cui sono stato selezionato a “Photographer of the Year 2010” dove ho raggiunto la finale. Sempre nello stesso anno ho vinto il primo premio del concorso fotografico Esonemea”. Affascinato dalla possibilità di trovare nuovi codici e forme d’espressione, il suo percorso artistico è influenzato da ogni forma d’arte. La curiosità per i simboli del mondo nel 2005 lo conduce alla fotografia. Nel 2007 è finalista al premio Arte Mondadori. Durante il 2008 si trasferisce a Napoli, anno in cui frequenta il corso di fotografia tenuto da Ugo Pons Salabelle. Nel 2010 è selezionato nel Celeste Prize International sezione Photography e finalista nel premio inglese “Photographer of the Year 2010” sezione Documentary. Nello stesso anno vince il primo premio del concorso fotografico Esonemea. Nel 2011 è stato tra i finalisti della manifestazione artistica You Artist Festival che si è tenuto il 9-10 Maggio a Roma.
-Cosa speri per il tuo futuro lavorativo?
“Contemporaneamente alla fotografia sto svolgendo attività di freelance nel mondo della comunicazione pubblicitaria. Spero che le occasioni in questo settore crescano, allo stesso tempo non trascurerò le opportunità che mi saranno offerte dal mondo dell’arte”.
-Quanto è difficile in Italia conquistarsi un ruolo nel panorama delle arti figurative? Quale è la difficoltà maggiore?
“È molto difficile, il problema più arduo è riuscire a inserirsi nel mercato dell’arte mantenendo integra la propria poetica”.