Moratorie, referendum, energia nucleare, gestione delle risorse naturali, risparmio energetico, gli argomenti che rimbalzano sui principali mezzi di comunicazione sono tanti e complessi, ma possono essere ricondotti tutti allo stesso quesito, l’uomo sente ancora la responsabilità verso il creato? Gli interrogativi sollevati dagli ultimi eventi, necessitano risposte difficili da trovare nella confusione mediatica della quale siamo spettatori silenziosi, dove si intrecciano posizioni opposte e anche ben argomentate, impossibili da dipanare per chi ascolta senza una preparazione specifica. Sarebbe interessante riproporre una riflessione che parta dal presupposto che la crisi ecologica è un problema etico, che coinvolge la responsabilità di tutti e che deve trovare le soluzioni necessarie in una nuova solidarietà. Progetti e politiche per la salvaguardia del creato non bastano per il risolvere questo disastro, è necessario risalire al vero problema, la profonda crisi morale, di cui il degrado ambientale è uno degli aspetti preoccupanti.
Alla radice della distruzione dell’ambiente c’è un errore antropologico, l’uomo ha scoperto di essere in grado di trasformare ciò che lo circonda e invece di diventare custode del creato, si è sostituito a Dio assoggettando la natura. La nostra società dovrebbe riconoscere che è in pericolo, oltre l’ambiente naturale anche l’ambiente umano, le grandi battaglie per preservare gli habitat naturali non devono distogliere l’attenzione dalla salvaguardia delle condizioni morali per un’autentica ecologia umana. L’uomo riceve da Dio la dignità e deve rispettare la struttura naturale e morale che gli è stata donata. Il binomio dignità-ambiente mette in stretta relazione la promozione della dignità umana e il diritto ad un ambiente sano. Esiste una costante interazione tra la persona umana e la natura. Porre il bene dell’essere umano al centro dell’attenzione per l’ambiente è, in realtà, la maniera più sicura per salvaguardare la creazione; in tal modo, infatti, viene stimolata la responsabilità di ciascuno nei confronti delle risorse naturali e del loro giudizioso utilizzo.
Il rapporto dell’uomo con la terra deve essere caratterizzato dal rispetto e dal riconoscimento del suo valore, stabilendo delle tappe programmatiche da seguire che tengano conto: della responsabilità verso le generazioni future; dell’importanza di studiare i veri valori della legge naturale fondamento della cultura umana; adoperarsi ad un dialogo costruttivo fra scienza, tecnologia e ambiente; sollecitare il passaggio dalla categoria del possesso a quella della solidarietà; responsabilizzare il singolo e le istituzioni, per trovare delle soluzioni alle varie problematiche, attraverso compromessi mirati al bene della terra e non al tornaconto. C’è una stretta connessione fra l’ecologia della natura, l’ecologia umana e l’ecologia sociale. L’esperienza dimostra che ogni atteggiamento irrispettoso verso l’ambiente reca danni alla convivenza umana, e viceversa. Il degrado della natura è infatti strettamente connesso alla cultura che modella la convivenza umana: quando l’ ecologia umana è rispettata dentro la società, anche l’ecologia ambientale ne trae beneficio.
Come le virtù umane sono tra loro comunicanti, tanto che l’indebolimento di una, espone a rischio anche le altre, così il sistema ecologico si regge sul rispetto di un progetto che riguarda sia la sana convivenza in società sia il buon rapporto con la natura. Solo una retta tenuta morale della società può risolvere alla radice il rapporto conflittuale e consumistico uomo-natura. La sensibilizzazione su tali problematiche dovrebbe diventare uno dei temi principali nelle catechesi e nei momenti di riflessione che viviamo nelle nostre comunità. Il binomio uomo-ambiente è inscindibile e va riscoperta la responsabilità del singolo per la salvaguardia del creato.
Anna Rosaria Gioeni