Roma nella bufera / Barbara Palombelli: “Per guidare la capitale occorre conoscerla e amarla”

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Barbara Palombelli è romana. Qui è nata e ha sempre lavorato. Sul governo della città: “Negli ultimi anni, chi l’ha guidata non sapeva bene dove mettere le mani”. Sulla “diserzione” dei vigili: “Credo che molti vigili onesti abbiano visto trionfare un abusivismo che meriterebbe davvero sanzioni severe. Forse non ce la fanno più…”. Gli scandali veri? Tutti al Nord: Expo, Mps, Carige e Mose. Per miliardi di euro.

I romani doc sono tristi ma non si rassegnano al fango che da qualche tempo fatti di cronaca gettano sulla città. Roma è finita diPalombelli - Copia nuovo al centro delle polemiche dopo la diffusione di una notizia di cui parla tutto il Paese: nella notte di Capodanno, l’83,5 per cento dei vigili urbani che dovevano lavorare, era assente per malattia, donazione di sangue, disabilità. Sul fatto sono intervenuti tutti: dal premier Renzi che promette una riforma incisiva della pubblica amministrazione al comandante dei vigili urbani di Roma che parla di una “diserzione che infanga l’intero corpo”. Ma i romani non ci stanno. Tristezza sì, ma anche voglia di capire, di andare a fondo. Ma soprattutto di rimanere fedeli per sempre all’amore per la propria città. Barbara Palombelli è romana. A Roma ci è nata e qui ha sempre lavorato. Conosce la città e i suoi abitanti meglio di chiunque altro.

A che punto di degrado è arrivata Roma?

“Sono triste: nei giorni di festa ho passeggiato per piazza di Spagna e via Condotti, il nostro biglietto da visita, luoghi sognati da tutto il mondo: erano invasi da energumeni con bastoni in mano, strani personaggi che non ho neppure capito cosa vogliano vendere, ma di certo fanno paura solo a vederli. in cinque metri ho visto tre ambulanti con delle orrende gelatine in mano lanciare le medesime contro le vetrine dei negozi più belli di via Condotti… nemmeno negli anni del medioevo eravamo arrivati a questo punto”.

Come e perché si è potuto arrivare a questo punto?

“Per guidare la città, bisogna conoscerla e amarla: negli ultimi anni, chi l’ha guidata non sapeva bene dove mettere le mani”.

Non le sembra un paradosso che proprio chi è preposto alla tutela della legge sia finito in questa brutta storia, delegittimando ulteriormente gli organi dell’amministrazione comunale?

“Da giornalista, mi pongo sempre delle domande: cerchiamo di capire quale punto di esasperazione possa portare una categoria così fondamentale per la città a un gesto clamoroso e – di questi tempi – molto rischioso. Credo che molti vigili onesti abbiano visto trionfare un abusivismo che meriterebbe davvero sanzioni severe. Forse non ce la fanno più, ho letto che sono vicini allo sciopero. Da romana, mi piacerebbe capire le ragioni di questa disperazione, prima di giudicare”.

Da romana, come reagisce a queste notizie che danno uno schiaffo alla città?

“Per fortuna, la città è più forte e ha resistito, nei secoli, a tutto. La capitale della cristianità è stata anche offesa e umiliata, ma ha un cuore immenso e reagisce sempre con dignità”.

Fatti e scandali di questo genere non rischiano di avallare le teorie leghiste di Roma ladrona, città dei posti fissi e dei ministeri? Non accrescono cioè ancor più il divario tra Nord e Sud?

“Di sicuro, il divario esiste, ma al contrario: per gli scandali di Milano (Expo), di Firenze (Monte dei Paschi), di Genova (Carige) e di Venezia (Mose) non si tratta di poche migliaia di euro. Lì volano i milioni e i miliardi di euro. Solo che gli scandali romani stanno sui giornali del Nord per settimane, accanto a paginate di pubblicità di banche e imprese coinvolte negli scandali veri”.

Solo il Papa e il presidente Napolitano hanno espresso parole chiare e dure contro la corruzione politica invocando maggiore coerenza etica in chi gestisce il bene comune. Ma sono voci non romane. Dove erano gli esponenti della cultura romana?

“Distinguerei. Il Papa è il vescovo di Roma e ha pieno titolo di intervenire sui problemi della città. Dal capo dello Stato mi sarei aspettata un richiamo più generale, nazionale, viste le proporzioni di cui parlavo prima”.

Qual è la Roma che invece le piace? Esiste ancora? Dove ritrovarla?

“Io adoro le pietre, le strade, i colori e i vicoli di Roma. la mia famiglia è qui da secoli, ogni palazzo o chiesa contiene un pezzo di vita dei miei antenati – artisti e architetti di ieri e di oggi, burocrati ed eruditi, patrioti e amministratori – dalla Fontana di Trevi al ponte degli Angeli, da santa Maria in Trastevere al Gianicolo, alla via del Babuino dove vivevano i miei nonni e mio padre, il mio cuore batte sempre. E a san Pietro, dove ora abitano i miei fratelli, mia sorella e mia madre, al tramonto ci sono dei colori che ti fanno dimenticare ogni ombra”.

 Maria Chiara Biagioni

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