Ancora una volta ad essere nell’occhio del ciclone è il Parco dell’Etna. A distanza di pochi giorni dall’azione barbarica, che ha prodotto il danneggiamento del sentiero che dai Sartorius conduce a monte Baracca, causato da fuoristrada, questa volta l’area interessata è la parte nord orientale del “gigante più alto d’Europa”. A rompere la quiete dei ritmi, effluvi e pitture della “montagna” e dei suoi visitatori, ignoti malviventi hanno ridotto in frantumi i vetri di diverse auto in sosta presso il rifugio Citelli, prima di razziare quanto vi era stato lasciato dai proprietari, escursionisti, sciatori, amanti della montagna. Tra le vittime dei ladri alcuni studenti di Caltagirone, impegnati in una escursione.
A denunciare l’evento increscioso, che ricorda casi simili verificatisi su tutti i versanti anche lo scorso anno, è stato il vicepresidente di FederEscursionismo Sicilia, Carmelo Nicoloso, che si trovava sul luogo con il vulcanologo dell’Ingv di Catania, Boris Behncke, ed altri soci, impegnato in attività di formazione per guide naturalistiche, organizzate dalla sua associazione. Nicoloso invita il Parco dell’Etna e gli altri enti territoriali competenti affinché si avvii quanto prima un programma di tutela e sicurezza della zona montana, attraverso un lavoro di sinergia tra gli addetti ai lavori, in quanto non si può più perdere tempo. Anche perché, come direbbe lo scrittore giornalista U. B. Sinclair “La terra appartiene ai suoi proprietari, ma il paesaggio appartiene a chi sa apprezzarlo”.
Maria Pia Risa