Ricordo 2 / L’Ambasciatore Scammacca e il suo rapporto con Santa Venerina e il popolo russo

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Emanuele Scammacca, Barone del Murgo e dell’Agnone, già Ambasciatore d’Italia e scomparso lo scorso 17 febbraio, è stato un personaggio di rilievo per la comunità di Santa Venerina. Una nota del Comune lo ricorda così: “Pioniere della trasformazione degli antichi vigneti in aziende agricole produttive moderne lascia un grande esempio di uomo e imprenditore della nostra terra”. Qui lo vogliamo ricordare attraverso l’intervista che egli rilasciò nel 2001, un anno prima del fatidico terremoto, a margine della trasmissione televisiva di TeleColor condotta da Gianni Creati “Paese delle meraviglie” che nell’occasione si tenne in piazza Regina Elena a Santa Venerina di fronte il Municipio, cui parteciparono, fra l’altro, le autorità del tempo e alcuni noti imprenditori del settore vitivinicolo di Santa Venerina.scammacca 4

Parliamo un po’ di questo meraviglioso paese…
“Santa Venerina è nel cuore di tutti i presenti e anch’io mi considero figlio adottivo di questo paese etneo così laborioso e silenzioso nelle sue attività, così diverso in fondo da paesi così importanti vicini a noi ma forse più ripiegato su se stesso in uno sforzo di lavoro eccellente. Qui si produce e questo è molto importante. Qui vi sono da decenni delle attività importanti nel settore vitivinicolo e in quello agricolo”.

Eccellenza, adesso parliamo un po’ di lei. Parliamo della figura dell’Ambasciatore. Lei è stato presso la Santa Sede, poi a Bruxelles e Mosca, nonché viceministro degli Esteri sotto il governo Dini. Il rapporto tra il calore del siciliano e il freddo glaciale del russo: come si è trovato Lei in Russia?
“Ma, vede, la temperatura esterna è molto meno importante di quella interna. Sul piano umano, sul piano del popolo russo, io credo che la temperatura non è di trenta gradi sotto zero ma sopra lo zero. Nei cuori russi e nei cuori italiani si notano delle temperature umane altissime. Noi non dobbiamo dimenticare le grandi sofferenze del popolo russo, non possiamo dimenticare che questi 150 milioni di europei che abitano in Russia sono temprati non solo dal clima ma dalle sofferenze secolari che la terra difficile che hanno ha sempre provocati in essi, senza contare le vicissitudini politiche”.

Ho saputo che Lei ha intrapreso un rapporto particolare a livello familiare col popolo Russo; in che cosa consiste questo rapporto?
“Uno dei miei figli ha sposato una giovane russa e adesso vivono nella piana di Catania e vengono spesso a Santa Venerina. E quindi sì, dalla Russia con amore, secondo un vecchio film di Terence Young del 1957. Vorrei poi sottolineare che non dobbiamo neanche sottolineare che i russi, i singoli russi, hanno alla fine della nostra presenza militare, che come sapete si è conclusa purtroppo con novantadue mila morti, molti italiani sono stati accolti segretamente, sa rischio spesso di chi lo faceva, salvandoli dal congelamento”.

D.S.

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