Una serie di conversazioni con personaggi della cultura voluta dall’arcivescovo Francesco Cacucci per dare voce alle tante domande che abitano il cuore dell’uomo. Gli intervistati: il regista e attore Sergio Rubini, lo scrittore e poeta Erri De Luca, la giornalista e scrittrice Concita De Gregorio. Interlocutori che “sono mossi dalla comune ricerca che si apre al dialogo”.
Nicodemo, membro del Sinedrio e, dal racconto del Vangelo secondo Giovanni, discepolo di Gesù Cristo. Con lui Gesù ha uno dei dialoghi più pregnanti, attuali e ricchi di significato del Nuovo Testamento. “Rabbì, – dice Nicodemo al Cristo – sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui”. Gli rispose Gesù: “In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio”. Di fronte a questa risposta il fariseo resta basito e sbalordito della ricchezza di Gesù. Sulla scorta di questo stupore nasce a Bari “Le notti di Nicodemo – Dalla ricerca al dialogo”, una serie di conversazioni con personaggi della cultura. Organizzato dalla diocesi di Bari-Bitonto, per volontà dell’arcivescovo monsignor Francesco Cacucci, vuole dar voce alle tante domande che abitano il cuore dell’uomo. L’evento vede la presenza del critico cinematografico Oscar Iarussi che intervista il regista Sergio Rubini, lo scrittore e poeta Erri De Luca con il presidente dell’Ordine dei giornalisti di Puglia, Valentino Losito e il giornalista Michele Mirabella con la giornalista e scrittrice Concita De Gregorio.
L’attesa nel dialogo con Dio. “Sarebbe sufficiente leggere la vita dei santi per rendersi conto di quanti dubbi accompagnano anche coloro che camminano verso Dio”. A dirlo è proprio mons. Cacucci in un articolo redatto per “La Gazzetta del Mezzogiorno” di Bari. E Nicodemo non fa eccezione avvicinandosi a Gesù di notte. Questo, secondo gli esegeti, indica il buio della mente e del cuore e Nicodemo vuole farsi illuminare dalla Luce di Gesù. Così l’evento barese è pensato per dare un’occasione di “far emergere dubbi, incertezze o attese – continua mons. Cacucci – nei confronti della propria esistenza e, perché no?, nei confronti della fede. Una serie di incontri in cui mettere a nudo le periferie del cuore”. L’invito di Gesù a Nicodemo è, infatti, di lasciare le tenebre per venire alla luce. E gli ospiti invitati a “Le notti di Nicodemo” non sono casuali. Sono personaggi del mondo della cultura che hanno sempre avuto un rapporto difficile con la fede, un rapporto interrogativo nel dialogo con Dio. Che essi siano credenti o non credenti sono proprio come il fariseo Nicodemo: rappresentanti degli ambienti intellettuali che sono stati sempre colmi di domande, di dubbi, di incertezze rispetto alla Parola Divina e, di conseguenza, rispetto al proprio essere.
Nicodemo uomo del nostro tempo. Nicodemo è un’icona contemporanea, è l’uomo con il cuore stupito e pieno di domande. È lo stupore di ogni uomo di fronte al mistero di Dio, mistero che si scopre solo con l’incontro con Cristo. “Le Notti di Nicodemo sono appunto di Nicodemo, cioè si caratterizzano per ciò che questo personaggio rappresenta. Egli è soprattutto un rappresentante degli ambienti intellettuali del suo tempo. Perciò desideriamo ascoltare il racconto, quasi autobiografico, sotto forma di intervista, di alcuni personaggi del mondo della cultura e dell’arte del nostro tempo e del nostro territorio”. Come il personaggio del racconto di Giovanni, anche noi, nel nostro tempo, restiamo in dialogo con Dio per andare in profondità, andare, cioè, al di là di ciò che sentiamo, vediamo e viviamo. Non bisognerebbe mancare ad appuntamenti come quello organizzato dalla diocesi di Bari perché sono momenti di riscoperta di sé stessi nell’altro. Concita De Gregorio, Sergio Rubini e, soprattutto, Erri De Luca sono personaggi che sempre hanno ricercato la verità. Non sono infatti atei, non hanno scelto una chiusura totale. Hanno invece scelto di porsi sempre domande, di dare un significato al Credo. Sono come noi personaggi che, come dice mons. Cacucci, “sono mossi dalla comune ricerca che si apre al dialogo”.
Andrea Dammacco