Acireale da secoli, nella Sicilia orientale, ha primeggiato per le scuole cattoliche, ma negli ultimi decenni del Novecento, la realtà è diversa. Tre Istituti sono attivi: San Luigi, Spirito Santo, San Michele.
Il “San Luigi” dei Fratelli delle Scuole Cristiane, nell’anno in corso, conta 230 alunni, così distribuiti: Scuola dell’Infanzia, 40, in 2 sezioni; Primaria, 130 ; Secondaria di I° grado, 60. Coordinatore delle prime due, Fratel Angelo Lonobile; dirigente scolastico della terza, la prof. Antonella Il Grande. Attrezzata, la sala d’Informatica: le classi a turno vi fanno le esercitazioni.
Facciamo il punto con il direttore, fratel Celestino Rapuano.
– Il suo Istituto vanta un buon quoziente di alunni, ma quali sono i problemi?
“ In Italia la scuola paritaria, come la nostra, lo è solo a parole, perché – a parte i contributi per la Scuola d’Infanzia – le altre due scuole sono a carico delle famiglie. Invece ogni alunno che frequenta la scuola pubblica costa allo Stato circa 6.500 euro. Speriamo che passi la legge sulla detrazione fiscale circa le rette pagate dalle famiglie.”
– In confronto alla Gran Bretagna, dove fioriscono le scuole private, quali sono le differenze?
“Non solo in Gran Bretagna, ma negli Stati europei, eccetto l’Italia e la Grecia, lo Stato sostiene le scuole private. In Spagna, si dà agli Istituti privati una percentuale sul numero degli alunni; nelle scuole spagnole, ci sono strutture bellissime, con piscine, campi sportivi ecc. Negli USA, le scuole cattoliche sono a carico delle diocesi.”
– Le sue proposte per l’Italia?
“Con i nostri edifici offriamo un servizio pubblico. I titoli sono validi. Si attende il riconoscimento dello Stato con il “mantenimento” dei nostri docenti alla pari con gli statali; purtroppo, i nostri, raggiunto il punteggio, passano allo Stato. La ”buona scuola” di Istituti cattolici, in calo.”
Auguriamo che tale questione di giustizia sia un cavallo di battaglia per i rappresentanti politici.
L’Istituto Spirito Santo delle suore Salesiane ha una storia esaltante, ma la crisi l’ha bloccato. Discutiamone con la dirigente scolastica, suor. Carmelina Coniglione, e con la direttrice del Ciops-FP, suor Cettina Zaccaria.
-Corre voce che la Scuola Primaria stia per chiudere e il Ciofs-FP, al primo anno, è fermo. E’ così?
“Ancora non si sa nulla di preciso. Forte è la nostra passione educativo-carismatica, sulle orme del Fondatore San Giovanni Bosco: mira a fare dei giovani buoni cristiani e onesti cittadini. Si vivono tempi difficili; infatti se la Scuola Primaria andrà in chiusura, il motivo sta nella mancanza di fondi finanziari. Il Centro di formazione professionale, ottemperante all’obbligo d’istruzione triennale (14-17 anni), è fermo per l’avvio dell’attività 2014-2015 , per discontinuità di erogazione dei fondi regionali e per lentezza burocratica, con conseguente dispersione scolastica; è una discriminazione ingiusta.
Continuiamo il discorso con la direttrice, suor Cettina Zaccaria.”
-Da quanti anni funziona questo Centro e come è strutturato? Quante iscrizioni al primo anno?
“Funziona da 35 anni, con ottimi risultati. All’inizio solo per adulti; da 15 anni, per l’età adolescenziale, dopo la licenza media. Struttura: ristorazione – preparazione pasti- per la qualifica di cuoco; sezione sala bar. Buoni contratti di lavoro per i giovani cuochi qui e in Alta Italia, specie Venezia. Il settore del benessere, istituito da poco, abbraccia l’estetica, con risultati positivi nel territorio e presto si spera altrove: dà la qualifica di operatore della materia. Un centinaio le iscrizioni al primo anno per tre sezioni. In tutta la Sicilia i ragazzi iscritti sono circa cinquemila.”
– Perché l’avvio delle attività è bloccato?
“Varato dalla Regione solo il decreto d’approvazione, si attende il 2° decreto di finanziamento. Alcuni genitori hanno fatto intervenire in Sicilia “Striscia la notizia”, ma il ritardo permane, con il rischio di perdita dell’anno. Il monte ore è alto:1087. Iniziando in marzo, si finirà in dicembre, impegnati anche nella calura estiva. Anche questo è discriminante”.
Evidente ingiustizia, tale ritardo della Regione per un Centro professionale, ricco di affluenza.
Concludiamo col prof. padre Alfio Cantarella, direttore dell’Istituto “San Michele”.
– La interessa il disegno di legge che prevede il 5 per mille da destinare a scuole di Stato o private?
“Sì, anche se il beneficio, data la rilevante crisi economica, sarà di piccola entità.”
– Nei 140 anni di vita dell’Istituto, quali sono i momenti memorabili?
“Richiamo le date importanti: nel 1901, nozze d’argento: la pergamena commemorativa fu intestata al direttore, mons. Giovanbattista Arista, Preposito dell’Oratorio, nel 1904, eletto vescovo di Acireale; nel 2007 dichiarato Venerabile, miracoli della grazia; attendiamo la beatificazione, che, pare, prossima. Nel 1926, nozze d’oro: lapide, in onore di ex alunni caduti nella “Grande Guerra”.
Momenti significativi, la parifica dei vari corsi dell’Istituto, tra cui nel ’35 il Liceo classico. Nel ’51, fu celebrato il 75° e poco dopo fu parificato il Liceo scientifico. Per il Centenario, data la tradizione culturale del San Michele, fummo ricevuti dal Presidente della Repubblica, Leone.
In seguito, si ritenne opportuna la chiusura del Liceo classico, per dare maggiore spinta qualitativa allo Scientifico. Tra i nostri docenti, da ricordare il grecista Francesco Guglielmino, prof. all’Università di Catania. Tra gli ex alunni, Patané, arcivescovo di Catania, e altri cinque vescovi; tanti giovani hanno trovato la loro strada nella società.
Grazie al collegio con l’internato fino a cinque anni fa, l’Istituto è stato frequentato da ragazzi provenienti da tutta la Sicilia e dalla Calabria, essendo rinomato per serietà di studi e metodi educativi, secondo lo stile di San Filippo Neri. I momenti più belli sono quelli vissuti dagli educatori nel vedere crescere i giovani in valori culturali, morali e apertura ai valori cristiani: bisogna formare i ragazzi soprattutto ad ‘essere’, in questa società interessata all’’avere’, al ‘potere’ e all’’apparire’.”
Anna Bella