Diocesi / Conferenza nella Giornata pro beatificazione di mons. Arista. “Guardo l’ostia e interrogo Gesù”

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(foto Peppe Campagna)

La “mente” ed il “cuore”, un binomio dei pensieri nati dall’animo del Venerabile Giovanni Battista Arista d.O., per il quale si è svolta l’annuale Giornata diocesana pro Beatificazione, accompagnata da alcuni particolari eventi per la Diocesi di Acireale.

(foto Peppe Campagna)
(foto Peppe Campagna)

“Giovannino” Arista, come lo chiamavano i suoi compagni di scuola, nacque a Palermo il 2 Aprile 1863, ma a pochi mesi di vita i genitori lo condussero con sé ad Acireale. Alunno del collegio San Michele, fu proprio nell’Istituto di San Filippo Neri che sentì nascere nel suo cuore la devozione a Dio e determinò la direzione delle sua esistenza, intraprendendo la vita ecclesiastica, fino a diventare, nel 1907, alla morte di mons. Genuardi, vescovo di Acireale.
Il suo animo rimase sempre umile ed aperto agli altri, alla gente semplice e comune, così come semplici ma chiare e dirette erano le parole con le quali, nelle sue lettere pastorali, descriveva il rapporto con Dio, cioè “la preghiera”, stare uniti a Dio con questo atto di riconoscimento: “(…) Che parola grande questa della Comunione eucaristica”, scriveva nel 1902. I suoi pensieri, le sue parole hanno “preso vita” nella conferenza, tenutasi nella chiesa dell’Oratorio di S. Filippo Neri, ad Acireale, dal titolo: “Guardo l’Ostia ed interrogo Gesù: la pietà eucaristica come luogo teologico negli scritti di mons. G. B. Arista”.
Padre Luciano Bella dell’Oratorio ha accolto i presenti all’incontro tenuto da don Massimo Naro, docente di teologia sistematica nella Facoltà Teologica di Sicilia, alla presenza del vescovo acese, mons. Antonino Raspanti, di mons. Guglielmo Giombanco, vicario generale e di padre Alfio Cantarella, direttore dell’Istituto San Michele di Acireale. Quest’ultimo ha ricordato i frequenti ed intensi momenti di preghiera che mons. Arista trascorreva nella chiesa dell’Oratorio del Neri.

Il tavolo dei relatori (foto Peppe Campagna)
Il tavolo dei relatori (foto Peppe Campagna)

Come illustrato da don Massimo Naro, mons. Arista ha tradotto nella concretezza del vissuto la sua fede, affiancando allo studio la preghiera, per stare uniti a Dio, in un’ispezione interiore, che culmina nell’incontro eucaristico: “mi raccolgo con le ginocchia della mente inclinate ai piedi dell’Ostia santa”, diceva il Venerabile mons. Arista. L’esempio di Dio, come amore universale, da seguire ed imitare è espresso nelle parole del 1913 “ (…) vivere non è solo pregare ma soffrire, lavorare e amare”. È proprio quell’amore che mons. Arista ha riversato agli altri, con il suo agire ed il suo operare: “lo sforzo di un uomo di Dio”, ha affermato mons. Raspanti “operato per amare il suo popolo, la sua gente; un amore riversato nel suo cuore da Gesù Eucarestia”. L’auspicio del vescovo, così come quello di tutta la comunità diocesana acese, è che mons. Arista possa presto essere proclamato Beato.

Rita Messina

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