Durante la solenne celebrazione della Domenica delle Palme in piazza San Pietro, nel momento in cui, con le parole del vangelo di Marco, viene annunciata la morte di Cristo sulla croce, Papa Francesco si è inginocchiato in raccoglimento, seguito dai celebranti e da tantissimi che, sprezzanti della durezza del selciato, si sono inginocchiati silenziosamente sui sampietrini del lastricato.
Ma in quel momento di assoluto silenzio che è sceso sulla piazza, le telecamere che riprendevano la cerimonia per trasmetterla in diretta alle televisioni di tutto il mondo, hanno colto per qualche istante l’immagine di una ragazza, in piedi e con il telefonino in mano, che muoveva freneticamente le dita sulla tastiera per comporre un messaggino. È un’immagine che stona, che stride con il clima di raccoglimento circostante, ma è un’immagine simbolo della nostra società di oggi e del modo di pensare e ragionare di tante persone (soprattutto giovani), che sono diventate totalmente dipendenti dal loro cellulare, che non riescono a separarsene ed a farne a meno neanche per un momento, in qualunque luogo ed in qualunque circostanza vengano a trovarsi.
Che cosa avrà spinto quella ragazza a messaggiare proprio in quel momento, quale urgenza l’ha indotta a continuare ad utilizzare quella che sembra essere diventata per qualcuno un’appendice del proprio corpo?
Rispondere subito a qualcuno che l’aveva cercata, o forse magari l’emozione del momento ed il bisogno di condividerla immediatamente con qualcuno lontano che non aveva potuto partecipare di persona alla cerimonia? Chissà! Se l’obiettivo della telecamera non l’avesse inquadrata impietosamente proprio in quel momento, forse nessuno se ne sarebbe accorto, ma l’“occhio” freddo e imparziale dell’obiettivo l’ha colta proprio in quell’attimo e l’ha fatta andare in diretta in tutto il mondo! E chissà quante altre persone, non viste dalle telecamere, avranno sentito il bisogno in quel momento, così carico di solennità e di significato, di fare altrettanto!
Nino De Maria