Il 25 marzo, in occasione della giornata contro il bullismo, l’Istituto industriale “Galileo Ferraris” di Acireale, ha predisposto un incontro rivolto soprattutto a insegnanti, rappresentanti dei genitori, operatori sociali, ma hanno partecipato anche alcuni studenti e acesi interessati alla tematica.
Il confronto sul tema del bullismo, che ha avuto per titolo “Aiutiamo Rosso Malpelo”, è stata un’ iniziativa partita dall’adesione alla giornata regionale del bullismo da parte di Adele D’Anna in quanto assessore alla Pubblica istruzione, Servizi sociali, Pari opportunità. Ma anche altri sono stati i fattori che hanno spinto la scuola a partecipare. Il “Galileo Ferraris” è stato oggetto di episodi di bullismo, più e meno gravi, e in concomitanza con questo incontro, la preside dell’Istituto, Patrizia Magnasco, ha presentato un progetto “Prevenzione del disagio e dell’abbandono scolastico”. Quale lo scopo di tale progetto lo capiamo bene: «Si vuole prevenire il disagio degli studenti in tutte le sue varie manifestazioni, evitare che si crei omertà attorno a questi episodi attraverso la nomina di un rappresentante di classe che avrà il compito di monitorare l’atmosfera che regna nella classe e denunciare eventuali episodi di bullismo» ha detto la relatrice Maria Pia Fontana, formatrice del Centro di cultura per lo sviluppo di Acireale. Ma, prima di parlare di come risolvere il bullismo, bisognerebbe capire cos’è e da dove trae origine.
«Possiamo parlare di bullismo -ha detto la dott.ssa Fontana – come di un atto di prevaricazione, di un’asimmetria di potere tra prevaricatore e vittima, ma si può parlare di bullismo quando c’è una ripetitività di queste prevaricazioni». Le abbiamo posto alcune domande.
– Da dove e perché nasce il bullismo?
«La nostra è una società violenta, non abituata a mediare i conflitti -ha detto la Fontana-. Si è più inclini a fare dibattiti su chi ha torto o ragione imponendo la propria visione. Il conflitto fa parte della vita, ma se si ascolta con dignità l’altra persona, il conflitto può portare a risultati positivi. Accanto a questi tratti culturali,vanno considerate anche le storie personali dei ragazzi, talvolta segnate da disagio, maltrattamento, violenze domestiche, degrado sociale e ambientale oppure deficit psico-fisico».
– Quante sfumature di bullismo ci sono?
«Tante sono le sfumature; si può manifestare attraverso aggressioni fisiche, aggressioni verbali e ciber bullismo (socialnetwork) con pettegolezzi, denigrazioni, intimidazioni, critiche e offese. C’è anche il nonnismo, il bullismo adulto che vede sempre atti prevaricatori, stalking , violenza emotiva e psicologica; è un tipo di bullismo che matura dalla difficoltà di saper gestire tensioni, conflitti, frustazioni. Il bullismo, di ogni genere, trova rapida diffusione anche attraverso i social, si crea una sorta di virus di contagio che viene emulato da molti».
-Come si può contrastare il bullismo?
«Si deve innanzitutto prevenire questa forma di prevaricazione -spiega la formatrice del Centro di cultura per lo sviluppo acese-. Nelle scuole, ad esempio, bisognerebbe sviluppare l’elasticità mentale decentrandosi dal proprio punto di vista attraverso laboratori, musicoterapia, attività teatrale, come si sta iniziando a fare al “Galileo Ferraris”. Mentre per i “grandi” ci vorrebbero campagne di sensibilizzazione, incontri pubblici con gli insegnanti e eventuali corsi di educazione alla genitorialità. L’intento è quello di far sì che i genitori riescano a comunicare i “doveri” ai figli, ci vuole un’alleanza educativa insegnanti-personale amministrativo-genitori nell’interesse dei ragazzi che dovranno poi orientarsi nella complessità del mondo».
Ileana Bella