Quella di Benedetto XVI sarà la prima visita di Stato di un Papa in Scozia e in Inghilterra dopo la Riforma protestante. Quella di Giovanni Paolo II nel 1982 fu, infatti, una visita pastorale. Benedetto XVI sarà ospite della Regina Elisabetta dal 16 al 19 settembre. “Un evento storico” l’ha definita Lord Christopher Patten, incaricato del primo Ministro britannico per la visita papale nel Regno Unito, in una conferenza stampa tenuta insieme all’arcivescovo cattolico, mons. Vincent Nichols. “La nuova coalizione di governo guarda a questa visita come ad un momento speciale per tutti, cristiani, cattolici e non”. Di questo storico viaggio il Sir ha parlato con mons. Andrew Summersgill, coordinatore della visita per conto della Conferenza episcopale inglese.
Che visita sarà questa di Benedetto XVI in terra inglese?
“Si tratta di un viaggio nel corso del quale il Pontefice avrà modo di incontrare una società molto secolarizzata. Tante persone avranno modo di conoscere la fede cristiana per la prima volta. Una convinzione che si è rafforzata anche in questi mesi di lavoro condiviso con i rappresentanti dello Stato inglese, un lavoro impegnativo ma molto interessante”.
La prima visita di Stato di un Papa dopo la Riforma…
“Sarà un momento significativo sottolineato dal fatto che il primo appuntamento di Benedetto XVI è proprio con la Regina. Il Papa è ospite dello Stato e non solo della Chiesa Cattolica locale. Il Papa e la Regina sono in una situazione molto simile perché la Regina è capo di Stato ma è anche governatore supremo della Chiesa di Inghilterra e il Papa è il successore di Pietro ma è anche un capo di Stato. Potranno capirsi a vicenda”.
Il fatto che la Gran Bretagna sia considerata una delle società più secolarizzate del mondo occidentale renderà difficile la visita del Papa?
“Per molti credo che sia difficile capire la profondità della Chiesa Cattolica e il ruolo del Santo Padre che è, nello stesso tempo, leader religioso e capo di Stato, una situazione unica nella comunità internazionale. Molti non sanno perché Benedetto XVI, di solito visto come un leader religioso, venga ricevuto come capo di Stato. D’altra parte il secolarismo aiuta la visita del Papa perché vi è molta curiosità nei confronti del Pontefice. Ci si domanda chi è questa persona, perché viene in Inghilterra e cosa dirà. Durante il mio lavoro mi sono reso conto che c’è molta gente che non è religiosa ma che lavora duramente per il buon esito di questa visita”.
Se la secolarizzazione diffusa può diventare un terreno fruttuoso per la parola del Papa, come può il Pontefice sfruttare questa possibilità?
“Penso che il Papa, parlando molto chiaramente e direttamente, come sempre, possa raggiungere la società britannica perché questo è proprio il modo tipico in cui comunicano gli inglesi, molto diretto. Credo anche che darà testimonianza della sua fede, di quanto questa sia importante per lui come persona e come pastore. Noi inglesi siamo interessati alle convinzioni personali e a che cosa apre al dialogo”.
Come vi state preparando spiritualmente alla visita?
“Abbiamo chiesto a tutti di pregare per il successo del viaggio e abbiamo messo a punto una preghiera ad hoc per questa visita che è stata stampata così che i fedeli possano recitarla dopo la Messa o portarla a casa. Abbiamo ricevuto messaggi di posta elettronica di parrocchiani che hanno detto di pregare per la visita e molti di loro faranno novene che termineranno proprio il 15 settembre alla vigilia dell’arrivo del Papa. Il Papa viene in pellegrinaggio qui in Inghilterra ma anche chi va a incontrarlo nelle diverse occasioni è un pellegrino. Sono state preparate un milione di copie del messale per la visita del Papa. Il libretto contiene i testi liturgici e alcuni articoli sulla visita. Le copie saranno sufficienti per ogni casa e anche per chi parteciperà agli eventi come la messa di Bellahouston, a Glasgow, la veglia di Hyde Park e la beatificazione di John Henry Newman”.
Come vedono gli anglicani la visita del Papa?
“L’arcivescovo di Canterbury e i suoi predecessori sono stati molte volte in Vaticano, Giovanni Paolo II aveva incontrato l’allora arcivescovo Robert Runcie nella cattedrale di Canterbury ma è la prima volta che il Papa va, si può dire, a casa dell’arcivescovo a Lambeth palace, ricambiando quindi così le visite che ha ricevuto. E’ un momento importante di dialogo il fatto che sia il Papa ad andare in casa anglicana questa volta. Gli anglicani con i quali ho lavorato in questi mesi a Lambeth Palace e Westminster Abbey vedono il Papa come un fratello e un padre spirituale”.
Mentre come accoglieranno il Papa i media inglesi?
“Penso che ci sarà una certa varietà nella copertura. La televisione sta lavorando duramente per mandare in onda tutta la visita mentre per i giornali lo spazio che daranno al Papa e il modo in cui lo tratteranno sarà diverso. Credo che sarà fondamentale la prima giornata e l’impressione che i giornalisti avranno. Se sarà buona allora anche la copertura sarà buona”.