Libri / Presentato “Parole di pietra”: in 80 scatti del fotografo acese Cucuccio l'”anima” dei manufatti in pietra lavica

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Un momento della presentazione del libro

Nei locali della “Certosa dei cavalieri” è stato presentato per la prima volta il libro “Pagine di pietra”, omaggio al fotografo acese Clemente Cucuccio.
Autori del prestigioso volume Marcello Trovato e Dario Liotta che, attraverso un attento e certosino lavoro, hanno scelto nell’immenso archivio del fotografo acese circa 80 scatti, che immortalano la bellezza della pietra lavica presente in numerose costruzioni di prestigio del nostro territorio.

Un momento della presentazione del libro
Un momento della presentazione del libro

L’incontro curato dall’associazione culturale “Arte comunicazione visiva” ha visto la presenza al tavolo dei relatori, oltre ai due autori del progetto, anche Giuseppe Pennisi, editore di Carthago che ha pubblicato il libro, lo scrittore Ottavio Cappellani e l’architetto Rosita Romeo, autori rispettivamente della prefazione e postfazione.

L’editore di Carthago ha avuto parole di elogio per i curatori dell’opera, oltre che per l’autore delle stupende e suggestive foto, Clemente Cucuccio che, con la sua arte fotografica, è giustamente considerato uno dei maggiori fotografi della nostra città. A seguire l’intervento dell’architetto Romeo, dello scrittore Cappellani e dei due autori Trovato e Liotta.

Quello che affascina di “Pagine di pietra” è la capacità del maestro Cucuccio di “fissare” una intensa immagine nella pietra impersonale. Può sembrare impossibile ma non è così. I mascheroni, i portali, le case rurali, attraverso la fredda pietra sapientemente scolpita, trasmettono emozioni e sentimenti contrastanti, ma sempre vivi e profondi. Opere che ogni giorno sono sotto i nostri occhi, “riempiono” le nostre strade, che a volte possono essere ignorate da frettolosi passanti, o essere oggetto di ammirazione e stupore da parte di chi non è mai stanco di farsi inebriare dal calore che l’opera d’arte, di qualsiasi natura essa sia, può suscitare nell’essere umano.

Gabriella Puleo

 

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