“La corruzione è un fenomeno diffuso. Come se ci fosse una concezione rapinatoria della vita. L’impegno, per ognuno, sarebbe di cominciare a riflettere criticamente su se stesso, ricordando che oltre ai diritti abbiamo dei doveri e che troppo spesso si punta il dito su ciò che fanno gli altri senza accorgersi che si ha lo stesso comportamento. Aveva ragione Papa Francesco quando scriveva, prima ancora di diventare arcivescovo di Buenos Aires, che i corruttori sono i peggiori peccatori. Parole di fuoco che condivido… La corruzione nasce dalla caduta della politica”.
Ben detto, presidente Mattarella. Il Capo dello Stato ha parlato ieri a Torino e non si è sottratto alle domande dei giovani. Appunto, i giovani.
A questo punto della vita pubblica dobbiamo avere il coraggio di scommettere su di loro e sulla loro capacità di cambiare le regole. Gli adulti e la vecchia politica – lo diciamo con sincero rammarico – sembrano aver perso la scommessa. Sappiamo che questo giudizio può apparire troppo drastico, ma l’intreccio delle avarizie è sotto gli occhi di tutti. La sequenza delle inchieste giudiziarie sul malaffare diffuso sembrano dare ragione al Presidente. E i cittadini sanno bene che non si può continuare a volgere l’indice accusatorio verso gli altri. Bisogna ricominciare da se stessi, dalle proprie famiglie, dalle proprie associazioni, dalle proprie amicizie. Non c’è altra via di uscita.
Del resto, se il Presidente della Repubblica cita le parole “di fuoco” di Jorge Mario Bergoglio, sa bene di evocare una dimensione morale. Che, ci permettiamo di aggiungere, non può e non deve assolutamente riguardare solo i credenti, anzi… Oggi più che mai è necessario che tutti gli italiani onesti si riconoscano e comincino a pretendere non solo il rispetto delle leggi e dei diritti, ma provino a scrivere insieme l’agenda dei doveri. Dobbiamo provarci.
(Fonte: AgenSir)