Diocesi / A S. Venerina il 4° triangolare di calcio a 5 voluto da Seminario, Csi e Caritas. Una fitta rete di solidarietà

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Le tre squadre

Mi è toccato più volte spiegare il significato del torneo di beneficenza “Una rete per la Caritas”, la cui quarta edizione si è svolta lo scorso 15 maggio nel Palasport di S. Venerina, e trovo sempre grandi difficoltà ad essere esaustivo in poche battute! Ci provo anche questa volta, limitandomi a elencare gli “ingredienti” essenziali dell’iniziativa.

Le tre squadre
Le tre squadre

Il primo e principale ingrediente è la solidarietà: la realizzazione di un microprogetto che possa aggregare tanti attorno a una meta comune. La scelta è caduta quest’anno sulla casa-famiglia di Marco e Laura Lovato che da molto tempo operano nel nostro territorio per dare a molti bambini e ragazzi in difficoltà il calore di una vera famiglia. Con la loro testimonianza, Marco, Laura e la loro numerosa prole (naturale e acquisita) ci insegnano a stimare la famiglia e ci spronano a impegnarci nell’accompagnamento e nella promozione sociale ed ecclesiale di tutte le famiglie.

Per raggiungere l’obiettivo della solidarietà, ci vuole un altro ingrediente: l’aiuto reciproco. “Una rete per la Caritas” è in questo senso un’occasione di dialogo e collaborazione tra realtà diverse, che si incontrano per lavorare insieme. L’impulso parte dal Seminario e dal Centro sportivo che sono gli

Da sin. Il sindaco Salvatore  Greco, don Angelo Milone, Laura e Marco Lovato e un ragazzo della casa famiglia
Da sin. Il sindaco Salvatore Greco, don Angelo Milone, Laura e Marco Lovato e un ragazzo della casa famiglia

organizzatori dell’evento ma la “rete” si allarga presto per abbracciare altre istituzioni (civili, sportive, ecclesiali, ecc.) che ben volentieri si lasciano attirare nella “rete” della solidarietà!

La squadra vincitrice
La squadra vincitrice

Infine, l’ultimo ingrediente che non può mancare è lo sport. Con il torneo di beneficenza ci si mette in gioco in un sano agonismo. Lo sport (e il calcio nella fattispecie) si mostra nel suo volto ludico, divertente ed entusiasmante… ma anche profondamente educativo, perché esso è veicolo di grandi valori umani e spirituali, facilita la conoscenza, insegna il rispetto proprio e altrui, stimola la voglia di fare e di superare le difficoltà. Per queste e tante altre ragioni è per i nostri giovani un bene prezioso, da riscoprire e valorizzare.

Dimenticavo l’ultimo ingrediente, quello che sottende a tutta l’iniziativa: la fede in Dio e la sua vocazione a seguirlo e ad amarci. Con “Una rete per la Caritas” i seminaristi si propongono sulla scena pubblica in una veste (anche esteriore, è il caso di dirlo!) del tutto inedita. Non lo fanno solo per il gusto del gioco, ma perché desiderano cercare strade nuove per incontrare gli uomini di oggi e proporre loro il Dio Amore che non disdegna di scegliere modalità “inedite” per raggiungere gli uomini e renderli partecipi della sua vita.

don Alfio Privitera

 

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