Andrej Rublëv (1360-1430), un monaco del monastero della Trinità di Mosca fondato da Sergio di Radonež, dipinse l’ icona più famosa della Trinità angelica nel il 1411 (o tra il 1422-27). Essa segnò il rinnovamento russo della tradizione bizantina. Perchè è importate Rublev per l’iconografia? Perchè un concilio della Chiesa Ortodossa, tenutosi nel 1551, conosciuto come il concilio dei Cento Capitoli lo indica come modello da seguire agli altri iconografi o a chi volesse dedicarsi a queste raffigurazioni sacre.
Nell’icona il piano principale è occupato da Tre Persone: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Sulle loro teste troviamo raffigurati simboli divesi: a) una casa, perchè il Padre accoglie tramite la Chiesa; b) un albero, richiama l’albero della croce, ancora di salvezza e albero di vita nuova; c) la montagna, luogo biblico veterotestamentario delle apparizioni di Dio ed luogo del silenzio. I colori dei manti e delle tuniche indossati dalle Tre Persone rivestono un significato particolare: il rosa-oro (del Padre) richiama i colori di un manto regale, il rosso indica il Sacrificio di Cristo (mentre la stola d’orata indica il suo Sacerdozio) ed il verde indica vita (che da lo Spirito). Le Tre Persone hanno in comune il colore blu che simboleggia la Divinità.
Potremmo anche dire qualcosa sui disegni geometrici presenti in quest’icona. Il cerchio, simbolo di eternità e di perfezione, si impone come motivo dominante di tutta la composizione. Esso contiene le Tre figure. Il triangolo, la cui base è il lato superiore del tavolo e il cui vertice posa nel capo dell’angelo centrale, è simbolo della Trinità: cioè è figura semplice che simboleggia i Tre in Uno, Uno in Tre. Il cerchio e il triangolo non si vedono – proprio come Dio – ma sono presenti ugualmente. Le forme quadrangolari sono invece ben definite e ben visibili (si vedano pedane, tavolo, sgabelli): rappresentano il creato e la terra.
Riccardo Naty