In presa diretta / “Anche io nell’esercito del concorsone Rai”

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Siamo in 2.828 alla prima prova. In palio 100 contratti a tempo determinato. Concorrenti di ogni età, cinquantenni, sessantenni, mamme in dolce attesa, ragazzi agli esordi della carriera, redattori navigati alle soglie della pensione, freelance immersi nella modernità del mondo on line, ma soprattutto tantissimi precari. Fatta la prova (cento domande a risposta multipla in 75 minuti di tempo), ora aspettiamo…

Tante storie personali sfilano davanti ai cancelli di Umbria Fiere, in attesa di partecipare al “concorsone” Rai. Un sogno per molti, ma una realtà concreta per ben 100 giornalisti dei 2.828 professionisti che, mercoledì mattina, hanno raggiunto Bastia Umbra sperando di superare la prima prova ed entrare nella graduatoria che sarà valida per i prossimi tre anni. Intorno a noi concorrenti di ogni età, cinquantenni, sessantenni, mamme in dolce attesa, papà alle prese con pappe e passeggini ad attenderle fuori al bar, ragazzi agli esordi della carriera, redattori navigati alle soglie della pensione ma che il lavoro lo hanno perso, freelance immersi nella modernità del mondo on line comunque affascinati dalla tradizione della rassicurante tv di Stato, ma soprattutto tantissimi precari tra i professionisti pronti a mettersi o rimettersi in gioco. Tutti a caccia di un contratto a tempo determinato, in una delle tante redazioni italiane del servizio pubblico televisivo. Un concorso, dunque, che fotografa la realtà di una professione, come tante altre, colpita dalla crisi, ma che non si arrende. E si misura sulle opportunità che il mercato del lavoro offre.raip
Ore 10 del mattino, le lunghe file per le rituali ma veloci procedure di riconoscimento davanti ai capannoni del centro fieristico, sotto un sole cocente ed il suono delle cicale, non scoraggiano chi è giunto a Bastia per la prima grande prova e da ogni parte d’Italia, per la gioia di hotel e agriturismi del territorio. Un plotone di giovani hostess guida i concorrenti verso i loro banchi nei tre padiglioni aperti per l’occasione con 4.500 posti sedere, a fronte delle oltre 5.000 iscrizioni. Dopo un’ora di attesa, dai mega schermo la commissione giudicante dà il benvenuto e l’augurio di rito a chi quella professione l’ha vissuta negli anni in tutte le sue diverse sfumature, fino all’attuale società multischermo e multitasking e alla generazione dei “nativi digitali” (loro davvero in pochi alla selezione). Età media dei partecipanti: 40 anni.
“Una scommessa sul futuro dell’azienda, coerente con gli investimenti tecnologici e quelli sulle risorse umane fatti dalla Rai negli ultimi anni”, esordisce nell’introduzione Valerio Fiorespino, direttore delle risorse umane Rai, a cui fa seguito il saluto del presidente della commissione, Ferruccio de Bortoli. “Siamo consapevoli del sacrificio che sostenete – afferma l’ex direttore del ‘Corriere della Sera’ -. Quello che assicuriamo è un esame scrupoloso, attento ed equanime. Un concorso Rai che arriva dopo tanti anni, è un segnale anche per l’intero Paese che ha bisogno di avere fiducia nel proprio futuro”. Ed è proprio la fiducia nel futuro sembra essere il motore trainante di molti giornalisti che hanno deciso di partecipare nonostante il margine dei 20 giorni di preavviso per rinfrescare i vecchi studi sui libri di preparazione alle prove e nonostante le anticipazioni sul numero massiccio di partecipanti.
Alle 11. 30 il via alla prova con l’autorizzazione dello speaker che, dopo le istruzioni generali su comportamenti di buona condotta, dagli altoparlanti invita i concorrenti ad aprire il questionario, avvolto in una pellicola di plastica. Si chiudono i portelloni laterali dei tre stabili, come si fosse in un hangar. Cento domande a risposta multipla in 75 minuti di tempo a disposizione. Inglese, arte, nuovi media, esteri, personaggi Rai, inglese, diritto, Guccini, ma moltissimi i quesiti davvero imprevedibili. Un maxi orologio in lontananza segna il conto alla rovescia. Silenzio assoluto nel capannone mentre gli addetti ai controlli passeggiano con aria tesa tra i banchetti. Nessun richiamo. Quasi tutti con lo sguardo fisso sul proprio test tentando di farcela con le proprie forze. Finito il tempo a disposizione, riconsegnati quiz e pennarello, valigie in spalla e tutti, o quasi, verso casa perché il confronto sulle prove tanto poi, in attesa del verdetto sui 400 che potranno accedere alle selezioni successive a Saxa Rubra, dal 9 luglio, riparte davanti al pc attraverso i canali dei social media nati spontaneamente alla vigilia del concorso, con vari gruppi di discussione su Facebook e Twitter.
Il rientro per molti è avvenuto con la consapevolezza di aver sbagliato sicuramente qualche risposta ma con l’ottimismo di aver partecipato, spronati dall’esperienza e dalla saggezza dei superiori, di colleghi, familiari e amici che invitano a non demordere nonostante tutto e, per altri, con il timore di dover fare i conti con le domande spericolate dei propri figli e nipoti alle prese, in questi giorni, anche loro con altre difficili prove di esame. Quelle di maturità, però…

Tamara Ciarrocchi