Scuola / Allenarsi allo stress: anche questo insegna la maturità. Ragazzi troppo coccolati

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esamepArchiviata la maturità, parliamone. Skuola.net (“Il paradiso degli studenti”), segnala tra l’altro come sia molto alto il “costo” dell’esame di Stato in termini di stress per i maturandi/maturati. Stress ingiustificato se si considera il basso tasso di selettività della maturità dove se non tutti, quasi tutti sono promossi. I dati del Ministero dell’Istruzione, riferiti al 2014,infatti, indicano che ben il 99,2% degli studenti ha superato l’esame. E le votazioni sono al rialzo negli ultimi anni. La selezione, in quinta superiore, avviene prevalentemente agli scrutini di ammissione alla maturità, dove le percentuali dei non ammessi superano di gran lunga quelle di chi viene respinto durante la maturità. Nel 2014 i non ammessi sono stati circa il 4% degli scrutinati.

A fronte di questi fatti – selettività scarsa – una ricerca del portale web fa notare che la pressione psicologica vissuta degli studenti di fronte all’esame di Stato è enorme. Su 1500 maturandi è emerso che 9 studenti su 10 con l’avvicinarsi dell’esame sono più irritabili. Addirittura 4 su 5 riscontrano forti sbalzi d’umore. A ridosso della data d’esame addirittura 7 su 10 riscontrano dei disturbi nell’alimentazione.

Naturalmente non si dorme, visto lo spauracchio della commissione d’esame. E per calmare i fragili nervi dei nostri studenti ecco che aumenta il consumo di sigarette. Uno studente su due, tra quelli che fumano, aumenta le dosi giornaliere. Con grave danno per la salute, naturalmente.

Il quadro fa riflettere: sono così fragili i nostri maggiorenni? E come mai? E’ certamente vero che la maturità rappresenta – più simbolicamente che nei fatti – uno scoglio importante, un momento di passaggio “senza ritorno” verso l’età adulta e come tale genera apprensione e stress, ma anche entusiasmo, voglia di misurarsi, tensione “agonistica” per superare l’asticella. Stress negativo e positivo, si potrebbe dire. Tuttavia i dati di Skuola.net sembrano far prevalere il primo, la dimensione dell’ansia, come se ogni ostacolo, anche il più superabile – come l’esame così poco selettivo – avesse ripercussioni personali esagerate in ragazzi e ragazze che invece potrebbero/dovrebbero avvertire con prepotenza la forza dell’età, lo slancio della giovinezza che si mette in gioco, la proiezione verso il futuro.

Forse un problema riguarda il come arrivano all’esame i nostri maggiorenni. Spesso abituati a non avere ostacoli o vederseli appianati e risolti non di rado da genitori apprensivi e preoccupati che i loro bambini trovino tutte le strade diritte. Questi nostri figli, sempre più rari – la natalità, si sa, precipita – diventano talvolta un bene preziosissimo, da custodire quasi in una cappa di vetro, ben al di là del dovuto. Così, ad esempio in campo scolastico, li si accompagna fin da piccoli facendo addirittura loro i compiti, tutelandoli naturalmente da maestri e professori troppo severi, proteggendoli il più possibili dalle traversie e dalle ingiustizie in agguato tra i corridoi e nelle aule delle scuole. Rendendoli, alla fine, sempre più insicuri.

Naturalmente le cose sono più complesse, mentre queste poche righe sono “leggere” e volutamente un po’ caricaturali. L’argomento però è serio e provoca a riflettere sulle modalità con cui cerchiamo di educare i nostri ragazzi, per i quali “gli esami non finiscono mai”, come ben sanno anche i papà e le mamme. E non ci sono scorciatoie che tengano. Anche allo stress bisogna allenarsi, poco per volta, senza spaventarsi troppo.

Alberto Campoleoni

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