“Capaci d’infinito”, di Angelo Scola. Edizioni Marcianum Press
Angelo Scola, arcivescovo di Milano, è una voce di spicco tra i teologi italiani. In questo volumetto, formato da nove piccole riflessioni come se fossero spazzi di luce o piccole perle, parla dell’uomo che si apre al mistero e alla realtà superando il soggettivismo e dell’amore di Cristo per ciascuno di noi. Egli esplica in sintesi la proposta cristiana attraverso la scoperta del mistero, il nesso tra vocazione-conversione-missione, il connubio tra fede e ragione, il rapporto tra fede e libertà, la risurrezione di Gesù, il problema del male e del valore forte della testimonianza.
Per introdurvi alla lettura, vi propongo la lettura di queste righe: “attraverso mille segni l’uomo può accorgersi del mistero ed è spinto a costruire relazioni buone e pratiche virtuose che lasciano emergere quel Quid misterioso che la grande tradizione di tutti i popoli chiamano Dio. […] Gesù venendo (nel mondo), come dice il Concilio Vaticano II al numero 22 della Gaudium et Spes, ha svelato pienamente l’uomo all’uomo. Non c’è prima l’uomo e poi, la domenica, il cristiano. Non c’è prima la ragione e poi la fede ma, per chi ha il dono della fede […], quella che si prospetta è realmente l’esperienza di un umanità che si dispiega in tutta la sua pienezza.”
Il testo, scritto con un linguaggio scorrevole, si può leggere tutto d’un fiato o poco per volta. Esso costituisce il quarto volume della collana Dialoghi (per Edizioni Marcianum Press) che dà spazio ad interventi di personalità ed esponenti della cultura.
Riccardo Naty