È stato inaugurato martedì 22 settembre senza cerimonie particolari e senza discorsi ufficiali il restaurato chiosco liberty di piazza Lionardo Vigo, quello situato nell’angolo sud-ovest della villetta che per tanti anni è stato utilizzato come edicola dei giornali, e che versava in precarie condizioni strutturali a causa della vetustà e degli agenti atmosterici.
Davanti ad una piccola folla l’artistica struttura, già liberata dalle impalcature che la ricoprivano durante i lavori di restauro, è stata restituita in maniera semplice e diretta alla fruizione della cittadinanza. Erano presenti il sindaco, Roberto Barbagallo; la delegata del gruppo comunale Fai (Fondo per l’ambiente italiano) di Acireale, Loredana Grasso; il segretario provinciale del Fai Ninni Distefano (anche in rappresentanza della presidente provinciale Antonella Mandalà, momentaneamente fuori sede); l’ex assessore alla cultura Nives Leonardi (sotto la cui gestione amministrativa erano iniziati i restauri); il direttore dell’Area Retail Catania della banca Intesa Sanpaolo, Alberto Nuara; oltre ai funzionari dell’ufficio tecnico del Comune che hanno curato la ristrutturazione dell’opera.
I lavori di restauro del chioschetto erano iniziati circa due anni fa, dopo che il Fai lo aveva inserito tra i “Luoghi del Cuore” nel censimento del 2012. In quell’occasione il chiosco ligneo acese si era classificato al terzo posto in Sicilia con 4.241 voti. L’intervento di recupero, per un importo complessivo di 38 mila euro, è stato finanziato per 22 mila euro dal Fai unitamente con il partner Intesa Sanpaolo, mentre la restante spesa è stata sostenuta dal Comune di Acireale. I restauri, progettati dall’architetto Giovanni Filogamo ed eseguiti sotto la direzione dell’Ing. Massimo Sciacca (dell’Ufficio Tecnico del Comune di Acireale), hanno comportato un parziale smontaggio del chiosco e la ricostruzione delle parti lignee totalmente fatiscenti o di quelle del tutto mancanti, come buona parte dei decori e delle merlature della copertura; tali ricostruzioni sono state effettuate utilizzando le stesse essenze lignee originarie. È stata anche rifatta la copertura con lastre di bronzo, e sono state rimosse le insegne, le tendine e le saracinesche metalliche (queste ultime sono state sostituite con delle persianine in legno). È stato inoltre rinforzato l’ancoraggio del basamento e di tutta la struttura lignea. È stato infine rifatto il pavimento interno con delle artistiche mattonelle in cotto, laddove esisteva una botola per controllare le sottostanti tubature dell’impianto idrico pubblico. L’applicazione di più mani di vernice satinata per esterni (in sostituzione delle varie stratificazioni di vernice preesistenti, che sono state rimosse) ha completato l’opera.
Il chiosco è stato realizzato in stile eclettico ai primi del Novecento, interamente in legno, ed ha un gemello nell’angolo nord-ovest della stessa piazza, la quale risale anch’essa ai primi del ’900 e venne costruita per volere del barone Agostino Pennisi di Floristella che acquistò il terreno nel 1866 e poi la donò al Comune. Esso verrà adesso utilizzato come punto di informazione turistica, così come ha dichiarato il sindaco Roberto Barbagallo: “Oltre ad essere attrattivo per la pregevole fattura, vogliamo diventi veramente utile e date le modeste dimensioni pensiamo possa essere adatto per l’installazione di un totem elettronico”.
Per la cronaca, c’è da registrare, a margine della riconsegna alla città del bene restaurato, una protesta portata avanti dai titolari della rivendita di giornali precedentemente ubicata nel chiosco, i quali temono di restare senza un posto in cui esercitare la loro attività. Durante i restauri l’edicola ha continuato a funzionare in un prefabbricato in legno montato all’interno della stessa villetta nei pressi del chiosco, ma tale struttura provvisoria dovrà adesso essere rimossa. A tal proposito il Sindaco ha precisato che a monte dell’intervento del Fai e Intesa Sanpaolo fu stipulata una convenzione, che impegna il Comune a destinare il bene ristrutturato come punto d’informazione turistica, e che inoltre non risulta alcun contratto che certifichi la locazione del chioschetto.
Nino De Maria