Scuola / Finalmente le risorse e…il digitale. Presentato dal ministro il Pon per il periodo 2014/2020

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Grandi movimenti in Viale Trastevere e, in prospettiva, nel mondo complesso della scuola italiana. scuolap
È stato appena presentato il Pon (Programma operativo nazionale “Per la scuola – Competenze e ambienti per l’apprendimento”) per il periodo 2014-2020 e già si guarda al Pnsd (Piano nazionale scuola digitale), pronto a partire e che lascia immaginare una trasformazione importante della scuola italiana. La parola “digitale” suona quasi magica in termini d’innovazione e slancio verso il futuro. “Accelerare le politiche educative” del Paese sembra essere il motto del ministro.
In questa chiave, il Pon – sul digitale si vedrà – risulta un passo importante, a partire dalla concretezza dei soldi che dovrebbero arrivare per gli istituti scolastici. “Il Programma 2014-2020 – ha spiegato il ministro – conta su risorse imponenti che dobbiamo assumere come indicatori di responsabilità politica e amministrativa. Abbiamo 3 miliardi di finanziamento, a cui si aggiungono i 16 miliardi previsti dalla Buona scuola nel prossimo settennio. Sono risorse con cui potremo fare politiche efficaci ed efficienti sulla scuola”.
I soldi – rispetto al Pon precedente a disposizione c’è un miliardo in più – vengono in buona parte (circa 2,2 miliardi) dal Fondo sociale europeo (Fse) – hanno spiegato dal ministero – e potranno essere utilizzati per lo sviluppo delle competenze chiave e delle competenze trasversali degli alunni, il potenziamento delle competenze dei docenti e del personale della scuola, l’integrazione degli studenti, l’alternanza scuola-lavoro, l’istruzione degli adulti, l’internazionalizzazione delle scuole. Insomma, di tutto un po’. Si dovrebbe poter intervenire con nuove risorse sugli snodi più delicati del sistema, compreso quello dell’abbandono scolastico.
La parte restante dello stanziamento (circa 800 milioni) è finanziata dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale (Fesr) e servirà per intervenire sull’edilizia scolastica, sul potenziamento degli ambienti digitali e dei laboratori professionalizzanti, per favorire l’innovazione. L’obiettivo è rendere la scuola sempre più “smart” con spazi didattici innovativi ma anche sempre aperti, oltre l’orario di lezione, per gli studenti e per il territorio. Una scuola, insomma, che guarda al futuro. E qui c’è da pensare al raccordo con il Piano digitale in arrivo. Anche se, pur affascinato da quanto riserverà il futuro, c’è chi non riesce a dimenticare le immagini del presente, con qualche banalissimo controsoffitto che un giorno sì e uno no crolla in qualche istituto del Paese, da Sud a Nord. Va detto che c’è anche il Piano di edilizia scolastica, naturalmente. E che nessuno ha la bacchetta magica, però…
Tornando al Pon, le slides di presentazione del ministero ricordano che in tutto verranno coinvolti circa 3 milioni di studenti, 200mila adulti, 250mila fra docenti e membri del personale della scuola e quasi 9mila istituti scolastici. Non è poco. E a sostegno della scuola “smart”, ecco anche l’App “FondiAmo la Scuola” che consente di visualizzare, istituto per istituto, i progetti realizzati nell’ambito della Programmazione 2007-2013 e fornirà le informazioni anche sul Pon 2014-2020. Anche la trasparenza è un obiettivo del Piano. E non è banale, in verità: più si conosce, più si può controllare, più cresce la responsabilità collettiva sulla scuola. Sarebbe, già questo, un risultato importante.

Alberto Campoleoni

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