Quotidiano / Caos forestali regionali: i soldi ci sono (quando si vuole), quello che manca è la dignità

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Pochi giorni fa Catania, come altre città di tutta la Sicilia, è stata paralizzata dallo sciopero degli operai forestali etneicorruzione (da non confondere con le guardie forestali) per il mancato pagamento delle giornate di lavoro di oltre ventimila stagionali. La Regione, ieri, ha ribadito che i fondi sono bloccati (per poi comunicare di avere trovato una parte dei fondi). Sempre ieri, poi, la notizia dell’arresto di tre accusati di concussione, due funzionari regionali e un imprenditore. Oltre a Dario Lo Bosco (presidente di Rete ferroviaria italiana e numero uno dell’Azienda siciliana trasporti) che avrebbe intascato una tangente per l’acquisto “agevolato” di un sensore per il monitoraggio delle corse dei treni, sono finiti in carcere Giuseppe Marranca e Giuseppe Quattrocchi, funzionari del Corpo forestale della Regione siciliana. I due si sarebbero accaparrati due mazzette rispettivamente di 149.500 euro e 90mila euro per l’ammodernamento della rete di comunicazione via radio. La lista però non finisce qui: un imprenditore agrigentino (Massimo Campione, il quale ha scelto di collaborare con gli inquirenti) e la sua compagna, un preside di facoltà, un ingegnere e un ex dirigente della forestale. Le indagini sono in corso e magari qualcuno ne uscirà pulito da questa ennesima vicenda di corruzione.  Intanto, la notizia delle mazzette fa a pugni con il disagio dei forestali senza stipendio. I soldi (quando si vuole) ci sono. Quello che manca è la dignità. Vale la pena, a questo punto, ricordare il settimo comandamento: non rubare. Ogni atto o iniziativa che, egoisticamente o ideologicamente, portano all’asservimento dell’essere umano, è un peccato contro la sua dignità. “Peccatori sì, corrotti no”, direbbe Papa Francesco. In Italia c’è sempre più bisogno di una rinnovata coscienza civica imperniata su quell’etica protesa al bene comune. C’è quindi bisogno di tanti Zaccheo che dicano “Se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto”.

Domenico Strano

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