Proseguono gli incontri di formazione nella Diocesi di Milano per i consacrati, nell’anno a loro dedicato, per parlare ancora oggi della consacrazione a Dio ed ai fratelli. Dopo il dibattito sulle sfide e le opportunità che essa offre alla chiesa, molti consacrati della diocesi si sono rivisti presso la sede alla facoltà teologica di Milano sabato 3 novembre per il terzo incontro dal titolo “vita consacrata e speranza”. Il prof. Antonio Montanari, direttore del Centro Studi Spiritualità della Facoltà e moderatore dell’incontro, introduce i due relatori: fr. Alceo Grazioli (del terz’ordine Regolare) docente all’Antonianum di Roma ed fr. (frate minore) già docente presso la stessa facoltà teologica ed attuale segretario generale della formazione dei frati minori.
Il primo relatore propone una riflessione sulla speranza e la perseveranza vocazionale. Nonostante si sia registrato un notevole calo, tra coloro che scelgono la vita consacrata e tra chi persevera in questa forma di vita, le ragioni sono da trovarsi, per fr. Alceo, nella cultura attuale del provvisorio e del relativo e papa Francesco lo ribadito più volte: «Io mi sposo finchè dura l’amore, io mi faccio suora per un po’ di tempo e poi vedrò, io mi faccio seminarista per farmi prete ma non so come finirà la storia». Questa cultura, insieme ad altri fattori, “sgretolano” cioè rendono fragile la vocazione come già scriveva, nel 1966 nel testo “Chi è il cristiano?”, von Balthasar: «I giovani vogliono impegnarsi […] anche totalmente ma solo per un tempo determinato». Per un consacrato cosa permette di impegnarsi tutta la vita? E cosa gli permette un segno di speranza nel mondo? L’appartenenza a Cristo: Lui è la speranza viva di ogni credente.
Il secondo relatore propone una riflessione sulla relazione tra la vita consacrata e la speranza. Nella teologia quest’ultima non è semplicemente un sentimento, ma una virtù teologale. La speranza è attesa, è desiderio, è tensione verso il futuro che da gusto alla vita. La speranza del Regno di Dio e della pasqua illuminano e danno senso alla vita del consacrato: essa si collega con la gioia ed alle beatitudini. La speranza che non delude è che “permetterà alla vita consacrata di continuare a scrivere una storia nel futuro” ( Francesco, Lettera per l’anno della vita consacrata) si fonda su Cristo nostro Signore. L’incontro si chiude con lo spazio dedicato alle domande ed osservazioni dei presenti .
Riccardo Naty