“Mai come ora abbiamo bisogno del Giubileo”. Non ha dubbi mons. Rino Fisichella, presidente del pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione, incaricato da Papa Francesco per l’organizzazione del Giubileo straordinario della misericordia. Il vescovo nei giorni scorsi ha rilasciato una breve ma intensa intervista per il Corriere della Sera per rispondere agli appelli lanciati via social sulla sospensione dell’Anno santo. Rinviarlo non serve a nulla, ha detto il prelato, anzi esso “può favorire l’incontro tra le tre grandi religioni monoteiste. La violenza di Parigi rende ancora più importante il Giubileo come momento di pacificazione e riflessione”. Lo stesso Papa Francesco dello scambio interreligioso ne ha fatto uno dei motivi fondanti della Misericordiae vultus, la bolla d’indizione del Giubileo che si aprirà l’8 dicembre a San Pietro. “La misericordia possiede una valenza che va oltre i confini della Chiesa. Essa ci relaziona all’Ebraismo e all’Islam, che la considerano uno degli attributi più qualificanti di Dio. Israele per primo ha ricevuto questa rivelazione, che permane nella storia come inizio di una ricchezza incommensurabile da offrire all’intera umanità. Come abbiamo visto, le pagine dell’Antico Testamento sono intrise di misericordia, perché narrano le opere che il Signore ha compiuto a favore del suo popolo nei momenti più difficili della sua storia. L’Islam, da parte sua, tra i nomi attribuiti al Creatore pone quello di Misericordioso e Clemente” (Mv, 23). Sarà un Giubileo diverso da quello del 2000 perché il Papa ha voluto che tutte le diocesi aprano una Porta Santa, una soluzione, secondo mons. Fisichella, che aiuterà a contenere il rischio di attentati terroristici a Roma. In ogni caso, ha aggiunto, si eviteranno momenti di assembramento: “I pellegrini verranno distribuiti secondo la data e l’ora e seguiranno un percorso privilegiato e protetto”. Al resto ci penserà il Buon Dio, quello della Pace!
Domenico Strano