Giubileo in diocesi 3 / Don Marco Catalano: “La giustizia di Dio è radicata nella misericordia”

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Don Marco Catalano, nuovo Rettore del Seminario vescovile e vice cappellano del Serra Club, ci rilascia un’intervista don Marco Catalanosul Giubileo della Misericordia.

Potrebbe essere ammesso un sostenibile rapporto tra l’infinita Giustizia di Dio e la Giustizia umana?

“ Sì, nel senso che la Giustizia di Dio è radicata nella Verità e nella Misericordia: nella misura in cui la giustizia umana è capace di tener conto della verità e della misericordia si avvicina alla giustizia divina. La giustizia dev’essere sempre pensata e coniugata con la Verità e la Misericordia, mentre l’uomo tende ad assolutizzare la giustizia,  intesa come un ‘do ut des’.”

Come il diritto romano fu considerato sul piano della Giustizia all’avvento del Cristianesimo con l’imperatore Costantino? Ci fu un’integrazione o no?

“Non sono un esperto di diritto romano. Credo che una delle questioni saltate fuori fu il problema della dignità della persona, mentre i Romani dividevano i cittadini in classi sociali con dignità ben distinta. Il Cristianesimo invece afferma l’unica dignità di figli di Dio per tutti gli uomini. E’ chiaro che ciò ha significato il rivedere le basi del diritto che regolano il vivere civile.”

In che senso la giustizia umana può accogliere la dimensione della Misericordia nel caso dei detenuti?

“Nella coscienza civile la pena spesso è vista e vissuta in maniera punitiva, mentre dovrebbe tener conto anche della valenza riabilitativa, per cui sono da valorizzare le iniziative che tendono a far emergere valori, che possono reintegrare le persone all’interno del tessuto sociale. La pena dev’essere soprattutto riabilitativa; ad esempio, con l’epletamento di un lavoro utile, il detenuto restituisce alla società quel bene sottratto con il reato commesso.”

Secondo lei, nel clima straordinario della Misericordia, si potrebbe ipotizzare un ricongiungimento con protestanti e ortodossi, rispettando alcune posizioni dei fratelli separati?

“Questo processo di ricongiungimento si verifica già da anni; diverse sono le dichiarazioni congiunte tra cattolici, protestanti e ortodossi. Nel 1979 con san Giovanni Paolo II importanti furono le dichiarazioni  di Saragozza, in cui si asserisce come la Chiesa cattolica, la Chiesa protestante e l’ortodossa  affermano con linguaggio diverso gli stessi principi in merito alla fede. Si ricorda l’abbraccio tra Paolo VI e Atenagora I, durante il Concilio Vaticano II, in cui ci fu la revoca della reciproca scomunica. L’ecumenismo è già un processo in atto e il guardare alle Chiese sorelle con sguardo misericordioso non può che accelerare tale processo.”

                                                                                                                             Anna Bella

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