Festa San Sebastiano 2 / “Acireale svegliati!”, così don Gaetano Pappalardo nel triduo di preparazione

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don Gaetano Pappalardo

Con entusiasmo, tanta devozione e partecipazione si è appena concluso il triduo solenne in preparazione alla festa del nostro compatrono San Sebastiano.

La predicazione delle celebrazioni è stata tenuta da don Gaetano Pappalardo, direttore spirituale del Seminario Diocesano e canonico penitenziere della Cattedrale che, in linea con l’anno giubilare in corso, ha voluto far riflettere i fedeli a partire dal tema Sebastiano, uomo della misericordia. Le omelie hanno toccato diversi temi di attualità, frequentemente ripresi dal Pontefice: povertà, immigrazione ma soprattutto perdono.corr -20160120-WA0001 (396 x 528)

Le considerazioni del celebrante hanno raggiunto l’apice nel corso dell’omelia del secondo giorno, quando il canonico si è rivolto all’assemblea riunita con toni energici e vigorosi, al fine di richiamare la città e i suoi cittadini fuori dall’apatia che sembra avvolgerli.

Il suo appello si è reso voce di tutti coloro che vivono, lavorano e operano in Acireale: commercianti, artigiani, giovani alla ricerca di una serata tra amici in un locale, uomini e donne spesso costretti a lasciare la propria quotidianità e la famiglia d’origine per poter lavorare, mentre Acireale (fedele specchio dell’intera Sicilia, se non dell’Italia, azzarderei!) assume sempre più i connotati di una città per vecchi, un paese (qui minuscola o maiuscola è indifferente!) gestito e vissuto in maniera sommaria, non solo dalle autorità, con poca attenzione al bene comune e una rara attitudine al bello, al buono, al giusto e al vero.
Don Gaetano ha auspicato una rivoluzione mentale, una ripartenza dalle singole coscienze, dagli animi di tutti quegli acesi che credono sia possibile guardare avanti, senza trovare nel vicino, talvolta indolente e svogliato, un termine di paragone, per cui desistere dai propri buoni propositi, perché se non lo fa lui, non vuol dire non possa iniziare io!
D’Altronde, già San Giovanni Crisostomo (Om. 20,4) nel V sec. affermava che niente è più freddo del cristiano che non si cura della salvezza degli altri.

don Gaetano Pappalardo
don Gaetano Pappalardo

E non possiamo sempre addurre scuse, attenuanti e giustificazioni: le difficoltà economiche e sociali, l’ignoranza, la debolezza fisica… e se vi sembra sciocco, chiedete a quegli uomini dall’intelligenza visionaria, dalla coscienza e dalla creatività in grado di smuovere l’energia del pianeta -Giulio Cesare, Leonardo Da Vinci, Albert Einstein, Martin Luther King, Mahatma Gandhi, Enzo Ferrari, Steve Jobs, Walt Disney, Madre Teresa e Nelson Mandela, ad esempio-: credete forse che queste persone avessero strumenti e possibilità maggiori delle nostre quando sono partiti? E se vi sembra ancora un discorso solo per pochi eletti, allora guardatevi allo specchio, provate già domattina appena svegli, e pensate ai vostri figli o ai nipoti, che sonnecchiano nella stanza accanto, o ricordatevi di quando eravate adolescenti, e vi sembrava di stringere il mondo in una mano, tentate di ritrovare la forza del sogno e il coraggio di non demolirlo, la determinazione per lavorarci ogni singolo momento e il livello spirituale giusto per ascoltarvi, la costanza per non mollare e la consapevolezza per superare i fallimenti …. Magari quando uscirete di casa, non penserete che sia “normale” buttare la carta per terra o lasciare che il vostro cucciolo defechi sul marciapiede del corso principale (perché tanto è già sporco e poi lui è tanto piccolo e carino!), e ancora non vi lamenterete di qualsiasi gesto non sia conforme alla vostra idea di “bello, buono e utile”… perché talvolta un giro in ruota panoramica può aiutare a schiarire le idee!!
E poi, magari …. iniziando a fare la nostra parte, saremo leva per sollevare il mondo.
Don Gaetano ha infine riportato l’attenzione sul particolare ruolo del cristiano: chi si proclama tale non può restare nascosto, ognuno è chiamato a divenire ciò che deve essere: Acesi, svegliamoci!! Non stanchiamoci di amare e vivere la nostra città, rialziamo la testa, passeggiamo per le vie e, affidando speranze e preghiere all’intercessione del nostro amato compatrono san Sebastiano, gridiamo con tutto il cuore:
VIVA SAN‘MASTIANU!!!!

Barbara Sorace Anastasi