Quotidiano / Questa non è televisione a misura di bambini. Strumentalizzati e usati, sono vittime di un processo che ci sta sfuggendo

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La decisione di mandare in onda questa sera su Canale 5, in prime time, il film “50 sfumature di grigio” – televisione-bambini-400.600film caratterizzato da scene di esplicito erotismo e da elementi di pratiche sessuali sadomaso – ha destato non poche polemiche. Il Moige, l’osservatorio dei media del Movimento italiano dei genitori, l’ha declassata come “lesiva” per i minori che vengono televisivamente violati da una programmazione tv “non adatta a loro”. Come sono lontani i tempi della funzione educativa del nostro servizio radiotelevisivo pubblico!

Non ci si deve meravigliare di una scelta del genere. Quelle che al pubblico più sensibile possono apparire decisioni eticamente e moralmente sbagliate per la televisione generalista e commerciale non lo sono e vengono giustificate dal “Dio audience”. La società è vittima di una televisione che ci consegna sempre più falsi idoli e sogni irrealizzabili. “Questa non è una televisione capace di esprimere rispetto verso le famiglie – ha sottolineato il Moige – che credono nel valore sociale e culturale della tv che utilizza concessioni pubbliche”.

Ora, che il Moige faccia sentire la sua voce è un fatto assai comprensibile. Ma prendersela con un film, solo con un film, non fa emergere del tutto il pericolo di simili proposte televisivie. Chiediamoci: programmi come “Il grande fratello”, “Jersey shore” o “Undressed” non mostrano anch’essi un mondo effimero legato all’ apparenza, spesso solo alla bellezza e alla conquista della popolarità da raggiungere ad ogni costo, imponendo canoni difficili da perseguire da cui si resta facilmente esclusi? Forse questi programmi, che riempiono due ore al giorno del palinsesto di alcuni noti canali, causano un’azione lesiva ancora più forte. È certamente non si tratta di una televisione a misura di minori, dato che questi programmi vengono mandati in onda in prima serata.

A proposito di televisione non adatta ai bambini. Ieri sera è andato in onda a Le Iene un servizio pro unioni civili. Nulla da dire contro questa causa di civiltà su cui il nostro Paese indugia ancora fin troppo. C’è molto da dire invece sulla scelta di sottoporre a bambini di neanche 8 anni un video in cui un uomo si dichiarava a un altro uomo baciandolo e promettendogli amore per tutta la vita. Ai bambini poi si è chiesto un parere su quanto avevano visto. Ma chi sono questi bambini per dare dei giudizi in merito? Cosa ne sanno loro di cosa è una famiglia e un altro tipo di unione? Quello accaduto ieri sera a Le Iene è un chiaro e lampante esempio di strumentalizzazione dei bambini. E anche questa è televisione non in grado di esprimere rispetto verso le famiglie.

Domenico Strano

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