Ieri, sabato 30 gennaio, si è concluso, con la terza giornata educativa e la Veglia di don Bosco educatore, il convegno di pastorale giovanile e oratori, “Educhiamoci…in uscita!” nel Santuario di Valverde (Ct).
I primi due incontri hanno avuto luogo nella sala conferenze della parrocchia Madonna della Fiducia di Acireale, nei giorni 28 e 29.
“Educhiamoci in uscita è un convegno in cui si approfondiscono i temi educativi più urgenti. Durante la prima giornata – ci ha spiegato Anna Maria Belfiore, coordinatrice diocesana degli oratori – sono stati declinati i cinque verbi del convegno di Firenze, cioè uscire, annunciare, abitare, educare e trasfigurare. Il secondo giorno, i nostri testimoni,
che sono stati a Firenze, hanno illustrato quanto hanno appreso nel precedente incontro. Si è spiegato che il cammino sinodale deve essere un cammino condiviso e sottolineata l’importanza della collaborazione. L’oratorio non è un edificio o un contenitore, è una mentalità, è voglia di incontrare Gesù in vari modi, nel gioco e nel teatro, nel carisma associativo”. Le abbiamo chiesto: cosa indica l’espressione “in uscita”? La risposta: «Vuol dire che dobbiamo lasciare il nido, le nostre stanze ecclesiali e rivolgerci a chi spesso non ha mai sentito parlare di Gesù».
Durante la Veglia di ieri, è stato possibile ricevere l’indulgenza giubilare. I ragazzi di diversi oratori hanno animato la serata con dei balli, creando così un clima di gioia e di festa nel cortile del Santuario. Il Vescovo di Acireale, mons. Antonino Raspanti, ha spiegato il significato dell’indulgenza e ha invitato tutti a partecipare alla breve processione per poi passare dalla Porta Santa del Santuario. Il pellegrinaggio è stato compiuto con il quadro di don Bosco, la reliquia e la croce.
In chiesa, si è tenuta la Veglia di Don Bosco – accompagnata dai canti dei ragazzi dell’oratorio – e Mons. Raspanti, durante l’omelia, ha spiegato che «seguire Gesù comporta una rivoluzione nel cuore, sentimenti ed emozioni si accavallano. Se l’intelligenza non è parte integrante delle relazioni con gli altri, prima o dopo, un rapporto finisce perché accade qualcosa, una delusione». E ha continuato: « C’è bisogno di una luce che venga ad illuminare l’intelligenza. Questa luce viene solo dalla persona di Gesù. La luce è la forza, la conquista del nostro cuore. La relazione con Cristo si mantiene attraverso la preghiera. Quello che raccomando è che ciascuno di voi faccia tesoro del rapporto con Cristo. Non deve passare una giornata senza essersi incontrati con Lui».
A conclusione della Veglia, Anna Maria Belfiore, rivolgendosi a mons. Raspanti, ha detto: «Questa Veglia è la conclusione di un inizio. Il convegno ci ha insegnato l’importanza dei cinque verbi e di stare in comunione, in modo tale che i nostri oratori possano portare l’amore di Dio anche fuori».
Graziella De Maria