Ieri, martedì 2 febbraio, si è tenuto l’incontro all’ex Angolo Paradiso di Villa Belvedere – organizzato dall’assessore alle Politiche sociali, Adele D’anna e dal professore Filippo Gravagno, consulente del redigendo piano regolatore – finalizzato a riflettere insieme sui disagi presenti ad Acireale, sui bisogni dei cittadini, per poi capire come creare una programmazione condivisa per risolvere determinate questioni.
All’assessore Adele D’Anna, abbiamo posto tre domande
Qual è esattamente l’obiettivo di questo incontro?
«Questo incontro si inquadra all’interno del piano regolatore. Un tempo i piani regolatori venivano elaborati senza tenere conto delle esigenze dei cittadini. Adesso la prospettiva viene ribaltata, non è soltanto la città con i suoi edifici che va progettata ma bisogna ascoltare i bisogni dei cittadini. Questa sera abbiamo invitato cittadini e associazioni che, a vario titolo, si occupano di varie questioni. Bisogna capire il punto di vista di ognuno di loro, ascoltare i bisogni e fare una progettazione condivisa di spazi, di luoghi, di aggregazione».
Da cosa nasce l’iniziativa?
«Si incastrano due esigenze; una è espressione delle politiche sociali che si vogliono mettere in atto nel territorio, cioè delle politiche che si basano su una democrazia partecipata, sull’ascolto dei bisogni dei cittadini, su una progettazione condivisa, sul costruire un nuovo welfare in cui pubblico e privato siano sinergici, l’altra esigenza riguarda il redigendo del piano regolatore che desidera funzionalizzare edifici sulla base dei bisogni dei cittadini. L’incontro di oggi è volto a far capire chi siamo e chi vogliamo essere in questo percorso, si procederà per tavoli tematici per capire come va ridefinito fisicamente il territorio».
Ci sono state particolari richieste che vi hanno portato alla realizzazione di questo incontro?
«Da una parte è la normativa del piano regolatore che lo richiede, dall’altro, è da un anno che le politiche sociali, attraverso convegni, riflettono su come ridefinire il welfare».
Abbiamo intervistato anche il professore Filippo Gravagno.
Perché è importante pianificare il piano regolatore? Da parte dei cittadini, c’è stata qualche richiesta specifica?
«Intanto c’è un obbligo di legge che ogni cinque anni chiede di rivisitare il piano regolatore. Il nostro è scaduto da molto più di cinque anni. La seconda questione è che il vecchio piano regolatore era abbastanza carente di iniziative, di progetti, di proposte per quanto riguarda tutta una serie di temi, quindi abbiamo bisogno di capire meglio alcune questioni per poi vedere come elaborare in modo un po’ più maturo rispetto alle esigenze della città».
″L’incontro è stato pensato – come ha detto l’assessore D’Anna – come momento di confronto, non come conferenza. Abbiamo voluto convocare tutti coloro i quali si occupano di bisogni sociali perchè possano contribuire a dare una lettura di questi bisogni. L’idea è di mettere insieme le conoscenze per fare una mappatura dei bisogni e programmare insieme iniziative, attività, servizi”.
Dalla mappatura del territorio di Acireale e dell’intero distretto – ragionata da D’Anna – sono emersi dati da non sottovalutare:
«La nostra popolazione attiva è di 95.000 soggetti, la popolazione da 0 a 14 anni è di 21.000, le persone con oltre 65 anni sono 21.000. Abbiamo il 45% di popolazione non attiva su ogni 100 abitanti. Il tasso di natalità è pressoché 0, la popolazione non è in crescita. I nuclei familiari risultano essere stabili, in media ogni nucleo è composto da 2.6 elementi, quasi 3. Quello che emerge è una grande fragilità della famiglia sia sul piano economico che dei valori. Se la prima cellula della società, che è la famiglia, risulta essere così fragile, ecco che a livello sociale manca la coesione e il senso di appartenenza, Importante capire come supportare la famiglia nel ruolo genitoriale ed educativo. Riguardo la povertà, arrivano 1181 richieste di sostegno economico e 1078 di sostegno abitativo. Abbiamo indirettamente conoscenza di famiglie che vivono nelle macchine, che non hanno abitazioni. Sono dati che ci arrivano attraverso le parrocchie, la Caritas e il centro S. Camillo. I dati dell’Istat, aggregati per area metropolitana, indicano che il 58% della popolazione ha una licenza media o elementare, solo il 26% ha un diploma superiore, l’11%ha un titolo universitario, il 12% della popolazione non consegue la scuola del primo ciclo. I ragazzi che non si formano più, nella’area metropolitana, arrivano al 39,8%. Nell’area metropolitana, il 61,5% dei ragazzi è disoccupato. Il numero delle biblioteche è molto basso; nell’area metropolitana per 100.000 abitanti sono dello 0,3%. Bisogna lavorare anche in questa direzione. La richiesta più forte da parte degli anziani è quella di essere aiutati nel proprio domicilio, questo è un servizio che manca al nostro Comune, occorrono figure specializzate. Per quanto riguarda l’area delle dipendenze, si verifica un incremento dei soggetti con dipendenza e un abbassamento dell’età media dei soggetti che entrano nel tunnel delle dipendenze, quali alcool, sostanze psicotrope varie, dipendenza dal cibo, dal gioco d’azzardo, da internet, dai videogiochi. Bisogna capire come agire, ad oggi è il Sert che se ne fa carico, ci sono sportelli nelle scuole, ma questo appare insufficiente. Riguardo l’area disabili, i servizi si concentrano sotto il punto di vista igienico – sanitario nelle scuole, di accompagnamento, risulta scoperto il servizio che si occupa dello svago, del tempo libero. L’area immigrati è in crescita, bisogna favorire l’inclusione e l’integrazione. Per quanto riguarda l’ area famiglia, minori e giovani, un servizio che è stato presente nel nostro territorio quello dell’educativa domiciliare, bisogna riportare le mense a scuola, favorire il tempo prolungato in modo che i bambini possano fare i compiti a scuola. Si sta ragionando con l’Anci per ritornare a questo. La logica è quella di transitare a dei progetti individualizzati, fare una fotografia della famiglia per vederne i bisogni a 360° ed intervenire. Bisogna dunque incastrare idee e progetti, risorse umane ed economiche».
La dottoressa Cosentini, capo settore dei servizi sociali, ha spiegato il Piano di Azione e Coesione, il progetto Home Care e Home Care Premium e il progetto P.i.p.p.i.
«I finanziamenti sono arrivati, prevedono interventi di assistenza domiciliare nei confronti dei soggetti con oltre 65 anni, non autosufficienti che hanno bisogno di cure di tipo sanitario. Gli interventi sono partiti nel dicembre scorso. Per quanto riguarda l’area relativa all’infanzia, i comuni devono anticipare le somme, in ministero trasferisce il 5, massimo il 10% dell’intero finanziamento. Poi il comune dovrà recuperare i soldi da parte del ministero. Una parte delle somme sono già state spese per investimenti, abbiamo ristrutturato due asili nido ad Acireale, il S. Martino e il Sacro cuore, l’altra parte per sostenere le famiglie con figli inferiori a 3 anni che ne hanno fatto richiesta. Importante anche il progetto Home Care, che riguarda un finanziamento comunitario di denaro speso per avere la fornitura di strumentazione informatica per dare servizi a soggetti che ne fanno richiesta, quali consegna farmaci, interventi medici. Il progetto Home Care Premium, tutela i dipendenti iscritti all’INPS, il progetto P.i.p.p.i, riguarda un finanziamento messo a disposizione dalla Regione Sicilia, progetto che va in soccorso alle famiglie che hanno bisogno di supporto».
Filippo Gravagno ha sottolineato che ″il piano regolatore non può essere come il vecchio, dobbiamo garantire che ogni previsione venga applicata entro 5 anni. Occorre concordare quali forme del disagio sono maggiormente presenti nel nostro territorio e vedere come costruire insieme un percorso per trovare nel nuovo piano, nella programmazione, risorse e strumenti per svolgere al meglio finalità istitutive e funzioni″.
I membri di diverse associazioni, hanno indicato disagi e bisogni ed hanno proposto di contribuire per la soluzione di problematiche in ambito socio- sanitario, per il tavolo sulla terza età, per garantire diritti alle persone con disabilità, per aumentare gli spazi della città da poter usufruire, in ambito scolastico, in quello naturalistico e del volontariato, chiesto più interesse per quel che riguarda il “verde”.
Graziella De Maria