Interviste / Giuseppe Contarino, presidente dell’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici: “Facciamo autentica cultura, nonostante le ristrettezze”

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Dott. Giuseppe Contarino

L’Accademia di scienze, lettere e belle arti degli Zelanti e dei Dafnici di Acireale, comunemente conosciuta come Zelantea, continua la sua intensa attività culturale nonostante i seri problemi, soprattutto di natura economica, che incontra. Abbiamo intervistato il presidente dell’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici, Giuseppe Contarino, per conoscerla meglio. Fondata il 13 ottobre del 1671 con decreto del vescovo di Catania mons. Michelangelo Bonadies, Cancelliere della Reale Università, l’Accademia, nel suo genere, è tra le più antiche d’Italia. L’Accademia possiede la Biblioteca Zelantea e la Pinacoteca Zelantea. La Biblioteca vanta un patrimonio librario di 106.647 volumi, un Fondo antico di 56.000 pubblicazioni con incunaboli, cinquecentine, manoscritti risalenti al XVI e XVII secolo, un’ emeroteca di oltre 200.000 numeri di giornali e riviste, collezioni archeologiche e numismatiche, raccolte di conchiglie, di minerali e fossili. La Pinacoteca Zelantea possiede 400 tele di autori regionali, nazionali e internazionali, 750 disegni e incisioni, 49 busti in marmo e in bronzo, un comparto di arte contemporanea.
Abbiamo incontrato il dott. Contarino tra i libri e le opere d’arte.

 

-Da quanto tempo ricopre il ruolo di presidente dell’Accademia?

Dott. Giuseppe Contarino
Dott. Giuseppe Contarino

«Da quando mi sono messo in pensione, dal 2002. Sono subentrato al professore Cosentini, dopo la sua morte. Cosentini è stato il presidente dell’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici per quasi 50 anni. Amava più questa Accademia che l’università, insegnava storia del diritto romano. Questa sede, è un’Accademia in cui il lavoro, i problemi e le preoccupazioni, non mancano mai. I contributi della Regione, ad esempio, non arrivano da due anni. Le sole assicurazioni, cioè i costi fissi, superano i 25.000 euro. La pinacoteca è stata inserita tra i musei di eccellenza della Sicilia. La biblioteca è nota in tutta Italia, è possibile collegarsi al sito internet e vedere le sue preziosità (www.accademiadeglizelanti.it). Abbiamo avuto il piacere di avere qui il presidente dell’Accademia dei Georgofili , il presidente dell’Accademia dei Lincei, i presidenti dell’Accademia della Crusca, il presidente dell’ Unasa. Abbiamo avuto Fabiola Gianotti, attualmente presidente del Cern, scopritrice del Bosone di Higgs. Abbiamo avuto come ospite Vittorio Sgarbi: ogni volta che viene trova una novità. L’ultima volta che è venuto, ha trovato un quadro dei seguaci di Tintoretto che ci è stato regalato da una famiglia di Vittoria. Lui si sorprende del fatto che ci regalano opere d’arte così importanti.  Non abbiamo soldi ma ci sforziamo di essere seri».

– Come si opera senza i contributi della Regione?

«Se finora avevamo qualche riserva, l’abbiamo impiegata per intero e adesso, a seconda di quello che dice l’avvocato, intendiamo fare causa alla Regione».

– Quindi nessuna evoluzione in merito al bilancio?

«No, nessuna. Riceviamo donazioni di quadri. Da quando ci sono io, ne sono entrati una trentina. A me non interessa il valore del quadro, mi interessa il gesto che viene fatto, la partecipazione degli acesi alla sopravvivenza di questa istituzione. Ci hanno regalato quattro quadri di una casa patrizia di Acireale, sono messi da parte. Si dovrebbero sistemare ma non ci sono i soldi».

– Quali sono le principali attività svolte in Accademia? Quali le finalità?

«Promuovere una cultura viva, cioè una cultura che assume i problemi della città, che li interpreta e che dà un suo punto di vista. Così come abbiamo fatto con un convegno Regionale sulle terme in generale, su quelle di Acireale e Sciacca in particolare. Abbiamo avuto 400 persone, c’erano 28 club service dei Lions e un governatore generale. Non interveniamo nei problemi ordinari, nella politica. Interveniamo su ciò che si riflette sulla città, sul suo futuro.Abbiamo fatto una serata dedicata al Jazz con un musicista di fama internazionale. Quella sera sono venuti diversi giovani, poi non si sono più fatti vivi. Ora abbiamo un’iniziativa, da fare in collaborazione con il Comune, per ragazzi fino a 10 anni. Questa iniziativa serve per accostarli alla lettura delle fiabe. A me non interessa che conoscono una fiaba in più, ma che considerano questo ambiente “amico”, non un ambiente fatto da gente con la barba bianca. Questo posto è aperto a tutti, più è frequentato più la città acquista istruzione. In quanto a spazio siamo stretti; occorre procedere alla soprelevazione ma, finora, le amministrazioni comunali precedenti non hanno voluto sentirci. Ci occorre più spazio. Abbiamo 100 quadri nei depositi, non sappiamo dove metterli».

– Trova i giovani interessati o disinteressati? 

«Sono disinteressati perché non sanno e perché non vedono. Io li invito sempre a venire. Non si può negare l’esistenza della biblioteca e della pinacoteca».

La pinacoteca Zelantea
La pinacoteca Zelantea

– Perché non si avvicinano a questo ambiente? 

«Perché sono disinteressati non all’ambiente ma a se stessi. Ormai la fiducia nel domani è stata gravemente compromessa dalla serie di scandali che quotidianamente accadono. Quindi, non c’è il giovane che dice “io ora studio e poi avrò un posto nella società”. Il 99% crede sia giusto aspettare. Ma cosa si aspetta? Cosa deve avvenire? C’è un disinteresse per tutto. Cosa fanno di colto i giovani?
Ad esempio, credo che il barocco di Acireale è stato oscurato. Il barocco è uno dei capi di accusa sia per gli amministratori, sia per la cultura. Le cose non sono state volute bene. A Palermo, un assessore mi ha detto ” la vostra Accademia ha una pecca che non si può risolvere, quella di essere nella Sicilia Orientale. Se fosse stata nella Sicilia Occidentale, sarebbe stata la prima dell’isola”.
I giovani potrebbero e dovrebbero dare un contributo».


– L’Accademia collabora con le scuole?

«Sì, a  chiunque venga a chiedere assistenza e collaborazione, gliela diamo. Questa è una realtà di tutti, che sta nel cuore di Acireale. Abbiamo l’attenzione nazionale per quello che siamo, per quello che facciamo. Questa attenzione ci onora, ci inorgoglisce, ci impegna. Ad Acireale, che dovrebbe custodire come l’ostrica custodisce la perla, c’è gente che se ne frega».

– In cosa consiste il progetto Poat – Mibact?

«È un progetto di ristrutturazione qualitativa dei musei della Regione. A noi ci hanno inserito d’ufficio perché non sapevamo che c’era. Col tempo dovrebbe servire, quando ci saranno i soldi, a finanziare singole iniziative per renderle migliori. Si forma un circuito museale, regionale e nazionale, di grande rilevanza».

Graziella De Maria

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