Ieri, 25 febbraio, nella parrocchia S. Antonio Abate di Aci S. Antonio, si è svolta la seconda tappa diocesana dedicata alla Festa del Perdono 2016, presieduta dal vescovo mons. Antonino Raspanti.
La Festa è iniziata all’entrata della chiesa parrocchiale con l’accoglienza dell’Icona ″dell’Amore più grande″. Slogan della festa ″Wake up–Svegliati″, ad organizzare il servizio per la Pastorale Giovanile e il Coordinamento degli oratori. All’ingresso, l’accensione delle candele ai presenti. Ballando insieme, si è chiesto al Signore di donare occhi nuovi e di accendere la luce dello sguardo. Durante il canto del coro della parrocchia di San Nicolò, viene recato in processione l’Evangeliario.
Mons. Raspanti, durante la riflessione, ha detto, tra l’altro: «Stasera faremo l’esperienza della conversione. Conversione non vuol dire guardarsi una mezz’oretta nel cuore e cercare di cambiare qualcosa in noi, fare propositi per moderare il nostro linguaggio, questo è superficiale. Gesù ci chiama ad andare a fondo, noi spesso non siamo bravi, Lui ci deve condurre nella profondità della nostra coscienza. La morte di Lazzaro, che porta uno scossone ai suoi parenti, è un’occasione, un segno attraverso cui Dio scuote la famiglia e dice ″Fermati, non ti scoraggiare″. Questa situazione di tormento, ti può portare alla vita, alla fede e alla crescita. Io penso che il danno più grave è non riconoscere e non guardarci dentro, tendiamo a giustificarci, a cercare scuse e quello che la vita ci deve. Non ci rendiamo conto degli errori e dei limiti che dobbiamo accettare. Ragazzi, se voi siete qui un significato c’è. Ognuno di voi ha un motivo per essere qua e penso che Gesù vi ci ha portati stasera, Lui vuole parlarvi di questo quadro, di questo crocifisso, vuole parlare al cuore di ciascuno di voi, vuole dirvi ″fermati, vai dentro, guarda bene″. Gesù ci vuole parlare e far riflettere».
Dopo la riflessione, il ricordo della testimonianza di Etty Hillesum, giovane ebrea morta nel campo di concentramento, che per opporsi alla disperazione ha riaffermato la sua fede in Dio. Dopo un breve momento di silenzio, il percorso penitenziale e in seguito l’ascolto del brano di Battiato ″Stranizza D’Amuri″. I giovani hanno consegnato un fiore ai piedi dell’Icona e, in conclusione, depositato un granello di incenso, venerato l’Icona per poi fare l’esperienza della confessione. Fra i sacerdoti, presenti per la prima volta nella parrocchia S. Antonio Abate, i nuovi padri agostiniani scalzi del Santuario di Valverde.
Graziella De Maria