Nella splendida cornice della Basilica santuario “Madonna delle lacrime “ di Siracusa, lunedì 4 aprile, solennità dell’Annunciazione del Signore, il giovane acese Carmelo Scalia ha ricevuto l’ordine sacro del sacerdozio. Alla cerimonia di ordinazione presbiterale, presieduta da mons. Salvatore Pappalardo, arcivescovo della diocesi aretusea, in una chiesa gremita fino all’inverosimile hanno partecipato, insieme ai tantissimi laici e sacerdoti della diocesi di Siracusa, oltre duecentocinquanta fedeli giungi da Acireale e dintorni con bus e mezzi propri, insieme a numerosi sacerdoti, religiosi e religiose diocesani (tra cui le Ancelle di Gesù Sacerdote), in rappresentanza di diverse comunità parrocchiali. Erano presenti, inoltre, anche una nutrita rappresentanza della Pia Unione delle guardie d’onore al Santo Sepolcro – sodalizio, avente sede presso la Basilica dei Santi apostoli Pietro e Paolo in Acireale, di cui il giovane Carmelo, da laico, ha fatto parte dal 1995 al 2006 – nonché una delegazione della Casa di cura “Villa Sofia di Acireale” (dove lo stesso Scalia ha lavorato dal 2001 al 2008), con in testa il presidente, prof. Salvatore Virzì, e il direttore amministrativo, rag. Angelo Murabito.
Lo stato d’animo. “Come è facile comprendere, è indescrivibile – ci ha detto il giovane presbitero in occasione di una sua visita ad Acireale – Tante sensazioni si sono cumulate. Quella sera ho provato una grande gioia; mi sono emozionato quando il vescovo ha steso le mani sul mio capo e, dopo di lui, tutti gli altri sacerdoti concelebranti. E’ stato un momento molto toccante. Grande è stata, poi, l’emozione per avere concelebrato quella stessa sera come – e a maggior ragione – per la prima S.Messa, che ho presieduto nella parrocchia “S.Corrado Confalonieri” di Siracusa: consacrando il pane e il vino mi sono sentito ancora una volta indegno di fronte a questo grande sacrificio che Gesù ha compiuto per noi”.
Il valore del sacerdozio. “Il sacerdozio è un dono di Dio, non solo per chi lo riceve, ma anche e in modo particolare per la Chiesa stessa, quindi per Cristo e per gli altri. Non solo un dono, ma anche una gioia. E siccome le gioie vanno condivise, per tale ragione in tutte le comunità che visiterò in questo periodo, andrò con questo spirito: condividere questo dono con gli altri”.
Ringraziamenti: “Principalmente al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo per tutti i benefici che in modo immeritato ho ricevuto. Ringrazio poi tutte le persone che in questi anni mi sono state accanto: i sacerdoti e, in particolare, la mia famiglia, che mi ha sempre supportato, con amore e discrezione”.
Al novello sacerdote formuliamo i più fervidi e sinceri auguri, affinchè possa svolgere al meglio e con abbondanti frutti spirituali il suo ministero sacerdotale.
Guido Leonardi