Agli oramai imminenti Europei di Francia, c’è grande attesa per colui che proprio in Francia, con la maglia del Paris Saint-Germain, ha vinto negli ultimi anni tutto quello che era possibile vincere. Con 154 reti su 179 partite disputate, Zlatan Ibrahimovic si è consacrato come “leggenda” della squadra parigina, conquistando dal 2012 ad oggi ben quattro titoli nazionali, tre coppe di lega e una coppa di Francia.
Sulle spalle di “Ibracadabra” (su cui piovono già numerose offerte per la prossima stagione), il difficile compito di trascinare la modesta nazionale svedese oltre il girone di qualificazione, dove I Gialloblù incontreranno Italia, Belgio e Irlanda.
Figlio di una coppia di immigrati iugoslavi (padre bosniaco e madre croata), Ibrahimovic è nato e cresciuto a Malmö, città situata nel profondo sud del paese e contraddistinta da un accentuato carattere multietnico. Sin da bambino, Zlatan si fa notare da manager e osservatori grazie al suo talento. Un mix devastante di tecnica, potenza, eleganza. Valanghe di reti segnate nelle giovanili del Malmö e anni dopo nella seconda divisione svedese, lo portano nel 2001 ad essere acquistato dall’Ajax. Alla prima stagione con la maglia dei Lancieri, Ibra realizza sei reti contribuendo alla vittoria della Eredivisie (titolo che mancava da quattro anni all’Ajax) e va a segno contro l’Utrecht in finale di Coppa d’Olanda. In quattro stagioni conquista 4 titoli (due campionati, una coppa nazionale e la Supercoppa) e si consacra come uno dei giovani di maggiori talento nel panorama calcistico internazionale.
Conclusa l’avventura in Olanda, il giovane Ibrahimovic sbarca in Italia, dove disputa due stagioni con la Juventus e altre due con l’Inter in seguito allo scandalo Calciopoli che vede la vecchia signora relegata in Serie B. In entrambe le esperienze, il fuoriclasse svedese si rivela decisivo per la conquista degli scudetti di ogni stagione calcistica, realizzando numerose marcature e assist decisivi. Proprio per questo, inizia a sembrare automatica la vittoria del campionato nazionale da parte della squadra in cui milita il talento di Malmö. Cosi non è, viceversa, per il palcoscenico internazionale. Ibrahimovic non è difatti abbastanza incisivo nelle varie edizioni della Champions League, dove troppo spesso sparisce dalla luce dei riflettori. Nel 2009, proprio con l’intento di centrare l’obiettivo Champions si trasferisce al Barcellona, ma il destino lo beffa crudelmente: il Barça viene eliminato in semifinale dalla massima competizione europea per club proprio dalla epica Inter di Josè Mourinho, capace di centrare poi il glorioso Triplete proprio in quella stagione.
Al termine dell’esperienza in terra iberica (dove aveva comunque conquistato la Liga), Ibra torna in Italia, stavolta con la maglia rossonera. A Milano vince ancora una volta lo scudetto alla prima stagione (l’ottavo consecutivo dal 2003) e nella stagione successiva si aggiudica la Supercoppa Italiana e si laurea capocannoniere della Serie A (per la seconda volta dopo il 2009). Nel 2012, come già detto, passa al Paris Saint-Germain, dove, grazie ad una media realizzativa sbalorditiva, si laurea campione di tutto, tranne che in campo internazionale.
Della nazionale svedese, Ibrahimovic è certamente l’uomo più rappresentativo. Il capitano della Svezia ha collezionato oltre cento presenze ed ha realizzato oltre cinquanta reti, risultando il più grande bomber della storia della nazionale. Nonostante la presenza di questo fuoriclasse tanto talentuoso quanto prolifico, I Gialloblù hanno fallito la qualificazione agli ottavi di finale alle scorse due edizioni dei campionati europei. Il miglior risultato della nazionale svedese con Ibrahimovic in Europa risale al 2004. Nei giochi disputati in Portogallo, anche grazie ad alcune delle sue giocate (tra cui il famigerato gol di tacco all’Italia), la Svezia si spinse sino ai quarti finale, dove si arrese infine all’Olanda, dopo i calci di rigore.
Esuberante in campo e spesso fuori, Ibrahimovic è senza dubbio una tra le principali stelle di Euro 2016. Un calciatore completo, forte nelle diverse abilità. Rapido e incontenibile nel dribbling, potente e preciso nelle conclusioni, fisicamente impossibile da sovrastare, temibile nel gioco aereo e imprevedibile nel gioco acrobatico. Inutile nasconderlo, le manovre dei Gialloblù ruoteranno quasi del tutto intorno a questo grande campione. Soltanto ai suoi lampi di genio potrebbe ascriversi una parabola sorprendente della Svezia ai campionati europei in arrivo.
Gabriele Pulvirenti