Una fra le innumerevoli caratteristiche che rendono il calcio uno sport popolare e amatissimo è la sua imprevedibilità. Di tanto in tanto, pur sembrando inverosimile, si assiste a delle parabole inaspettate, delle vere e proprie favole che restano per sempre incise nella memoria di milioni di tifosi e semplici appassionati. Si pensi all’incredibile cavalcata trionfale del Leicester guidato da Mr. Claudio Ranieri, capace quest’anno di vincere il campionato in Inghilterra a dispetto di tanti club estremamente più ricchi e competitivi. O ancora, la straordinaria conquista del piccolo Nottingham Forest del geniale allenatore Brian Clough, di ben due champions league consecutive negli anni 1979 e 1980.
Per quanto riguarda i campionati europei di calcio, è certamente l’edizione del 2004, vinta dalla nazionale greca, quella che maggiormente sorprese gente comune, tifosi e bookmakers. Il miracolo ellenico si concretizzò grazie all’1-0 siglato in finale contro il Portogallo da Angelos Charisteas che, pochi minuti dopo l’inizio del secondo tempo di gioco, svettò di testa sfruttando la goffa uscita di Ricardo Pereira. Un risultato storico per la modesta nazionale greca, qualificatasi fino ad allora soltanto nel 1980 alle fase finale degli Europei di Calcio ed eliminata al primo turno in quell’unica occasione.
Enorme invece l’amarezza per i padroni di casa lusitani, certamente superiori per qualità tecniche, zeppi di campioni del calibro di Figo, Rui Costa, Deco, Ronaldo e decisamente ben più abituati a solcare palcoscenici di quel livello.
La Grecia allenata dal tedesco Otto Rehhagel riuscì a compiere la straordinaria impresa di conquistare il tetto d’Europa grazie ad un sapiente mix di disciplina tattica, arguzia e grande fisicità. Dopo aver superato il girone di qualificazione soltanto grazie alla differenza reti (a scapito della Spagna), il coronamento del sogno greco si concretizzò poi grazie a tre 1-0 consecutivi rifilati in ordine a Francia, Repubblica Ceca e Portogallo durante quarti di finale, semifinale e finale. Le reti avvennero sempre su colpo di testa: al doppio Charisteas contro i blues e i lusitani fece compagnia l’imponente “ciclope” Traianos Dellas, ex difensore in forza alla Roma.
Dal canto loro, gli uomini di Felipe Scolari avevano già perso per 2-1 nella partita inaugurale di Euro 2004 proprio contro la Grecia, ma nel resto del loro avevano dimostrato le loro grandi qualità tecniche e tattiche. Ai quarti di finale ebbero la meglio sui rivali inglesi solo ai calci di rigore, mentre furono sufficienti i tempi regolamentari per piegare 2-1 l’Olanda.
Europei decisamente più deludenti per la nazionale italiana guidata ai tempi da Giovanni Trapattoni. Gli azzurri esordirono con uno scialbo 0-0 contro la Danimarca: nessun episodio degno di nota, fuorchè lo sputo di Francesco Totti a Christian Poulsen, gesto che portò alla squalifica per tre turni del capitano giallorosso. Nella stessa giornata, la Svezia di Zlatan Ibrahimovic liquidò per 5-0 la Bulgaria. Alla successiva partita contro la Svezia, gli azzurri furono bloccati sull’1-1 dai gialloblù, grazie al famigerato colpo di tacco di Ibrahimovic, mentre la Danimarca superò agevolmente la Bulgaria per 2-0. Nell’ultima partita del girone, la vittoria per 2-1 dell’Italia sulla nazionale bulgara risultò del tutto inutile: fortuito o meno che fosse, il “biscotto”, tra Svezia e Danimarca si realizzò. Il gol all’ultimo minuto di Mattias Jonson, fissando il punteggio finale sul 2-2, condannò l’Italia ad un mesto rientro a casa, mentre Svezia e Danimarca conclusero la loro avventura europea ai quarti di finale, eliminati rispettivamente da Olanda e Repubblica Ceca.
Oramai alle porte, i campionati europei di Francia sembrano per molti avere un destino già scritto. In tantissimi credono che la vittoria finale se la contenderanno i padroni di casa trainati dall’asso bianconero Pogba o le aquile tedesche campioni del mondo in carica. Senza ombra di dubbio le due nazionali vantano rose di altissimo livello e restano le favorite principali per la vittoria del torneo. D’altra parte però, occorre ricordarlo, i pronostici nascono spesso per essere smentiti. O talvolta, del tutto ridicolizzati dai miracoli e dalle favole, come fu per la Grecia di Charisteas e compagni appena dodici anni fa.
Gabriele Pulvirenti