A pochi giorni dall’avvio ufficiale di Euro 2016, le diverse nazionali sono impegnate negli ultimi test amichevoli. L‘Italia ha battuto pochi giorni fa per 1-0 la Scozia, la Francia ha superato per 3-2 il Camerun, mentre il Portogallo è stato sconfitto ieri sera dall’Inghilterra per 1-0. Nell’amichevole di due sere fa tra la Spagna e la Corea del Sud, la goleada rifilata dalle furie rosse a quest’ultima (6-1 il risultato finale), si è aperta con la punizione dai 25 metri trasformata da David Silva, faro del Manchester City e della nazionale Spagnola (insieme ad Andrès Iniesta). Tiro a giro e palla all’incrocio dei pali. La splendida parabola della conclusione di Silva, evidenzia solamente un tassello delle innumerevoli qualità calcistiche di questo calciatore che, con la maglia della Roja, si è laureato per due volte consecutive campione d’Europa (2008 e 2012) e campione del mondo nel 2010.
Trent’anni compiuti lo scorso gennaio, David Josuè Jimènez Silva è nato alle Isole Canarie, nella stella località che diede i natali a Juan Carlo Valèron, ex talentuoso trequartista e bandiera storica del Deportivo la Coruña. Dopo due brevi parentesi con la maglia dell’Elbar prima e del Celta Vigo poi, si impone come titolare inamovibile del Valencia, dove milita per cinque stagioni, conquistando la coppa nazionale nel 2008 e consacrandosi come uno dei giovani più promettenti nel panorama internazionale.
Con il passaggio nel 2010 dal Valencia al Manchester City, il genio di Arguineguin si è confermato come uno dei maggiori talenti del calcio mondiale e ha assunto un ruolo da assoluto protagonista nella conquista di svariati titoli dei Citizens, guidati da Pep Guardiola dalla prossima stagione. Nel suo “palmarès inglese” si contano due Premier League, due Coppe di lega inglese, una FA Cup e una FA Community Shield.
Oltre ad essere un assoluto fuoriclasse nel dribbling, Silva ha un controllo di palla pressochè perfetto grazie al baricentro basso ed al suo fisico brevilineo. Il tutto unito da un’eleganza nel tocco di palla fuori dal comune e da una visione di gioco a 360 gradi. Proprio l’insieme di queste caratteristiche rendono l’asso spagnolo un calciatore quanto mai duttile, capace di giocare come esterno o regista, come trequartista o seconda punta.
Come per tutti i geni è assai difficle trovare nel calcio moderno un suo alter ego. Come Lionel Messi rimane spesso sornione in campo per poi illuminarsi all’improvviso, magari saltando due, tre o più uomini rientrando da destra a sinistra. Come il compagno di squadra Iniesta è spesso autore di assist impensabili e come Cesc Fabregas è sempre abilissimo negli inserimenti. La punizione calciata ieri contro la Corea del Sud ricorda quelle spesso trasformate dal nostro maestro Andrea Pirlo con cui Silva, oltre allo stesso numero di maglia, ha in comune alcune movenze e giocate smarcanti in mezzo al campo.
Insieme con Iniesta, Busquets e Fabregas, la stella del Manchester City andrà a comporre il centrocampo spaziale delle furie rosse ad Euro 2016, esordendo in uno dei gironi più equilibrati del torneo, con Croazia, Repubblica Ceca e Turchia. E anche grazie alle sue giocati illuminanti la Spagna di Del Bosque cercherà di scrivere la storia, confermandosi addirittura per la terza volta consecutiva campione d’Europa e riscattando la clamorosa eliminazione ai gironi rimediata ai Mondiali in Brasile di appena due anni fa.
Gabriele Pulvirenti