Dopo settimane di supposizioni, toto-convocazioni prima e probabili formazioni poi, è finalmente arrivato il momento di lasciare spazio al giudice supremo, l’unico che possa dare giudizi definitivi e insindacabili: il campo, che stasera sarà quello del luccicante Stade des Lumières. L’avversario, il temibile Belgio di Marc Wilmots, è probabilmente quanto di peggio potesse capitare agli azzurri: un mix di forza fisica e talento, condito da un’età media ancora bassa e da una grande voglia di emergere. La nouvelle vague belga cercherà a Euro 2016 di insidiare le classiche potenze del calcio continentale, a partire dalla Francia padrona di casa, passando per i campioni del Mondo della Germania e gli spagnoli detentori del trofeo.
L’Italia, forse per la prima volta nella storia delle competizioni riservate a selezioni nazionali, parte nei confronti del Belgio con gli sfavori del pronostico: il blasone è certamente incomparabile, ma l’inerzia pende dalla parte degli avversari che, dopo due decenni bui, stanno iniziando a godere dei frutti della seconda generazione d’oro, arrivata dopo quella anni’80 targata Gerets, Scifo e Pfaff.
Comparando le rose delle due squadre, solo in difesa gli azzurri sembrano superiori grazie alla grande compattezza del blocco juventino: dalla cintola in su, almeno sulla carta, la differenza di qualità e profondità della rosa sembra sensibile. Avere la possibilità di scegliere tra talenti come Carrasco, De Bruyne, Hazard, Mertens e disporre di una batteria di numeri 9 quali Benteke, Lukaku e Origi è un privilegio, al quale il commissario tecnico Antonio Conte deve provare a rispondere con le armi come disciplina tattica, forza, resistenza e grande entusiasmo. Caratteristiche che fino a qualche tempo fa venivano usate da chi affrontava la nazionale italiana per limare le differenze tecniche: i tempi, purtroppo, cambiano.
D’altronde, l’unico top player di cui possa realmente disporre l’Italia è proprio il c.t. azzurro: una vera e propria garanzia, considerati i suoi successi nel triennio juventino e la quasi ossessiva ricerca della perfezione a livello tattico, unita a una grandissima fame di vittorie. Proprio un emozionato Antonio Conte, nella conferenza stampa di ieri, ha dettato la linea: “in tornei così brevi non conta solo la preparazione tattica, ma anche quella fisica, tecnica e mentale. Noi guarderemo tutti con occhi cattivi, ma tutti, anche loro, ci metteranno qualcosa in più. In questi casi diventa importante usare bene la testa per riuscire a riproporre quello che è stato studiato e poi provato“. Ed è forse per questo che il c.t., stasera alle 21, si affiderà all’undici più rodato e utilizzato durante le qualificazioni: il totem Buffon in porta, il trio juventino composto da Barzagli, Bonucci e Chiellini in difesa, Darmian e Candreva sulle fasce a tutto campo, con in mezzo la saggezza di De Rossi e la corsa di Parolo e Giaccherini, davanti infine Pellé e un Eder in netto recupero fisico.
Contro un Belgio che schiererà in campo il classico 4-3-3, modulo adottato da Wilmots per dare più equilibrio alla squadra, sarà importante ricordare anche la lezione di Gigi Buffon: “non sempre vincono i più forti – ha detto il portierone azzurro in conferenza stampa – qualche volta vincono i più bravi. E’ un concetto che vale sempre, quando ci sono competizioni brevi. Per far bene servirà che i giocatori che hanno un bagaglio di esperienza e qualità superiore alla media riescano a dare il meglio. E quelli che per la prima volta si affacciano a queste competizioni trovino un briciolo di sana follia che li faccia entrare immediatamente in questo Europeo”. Se a dirlo è il miglior portiere al Mondo, ormai da vent’anni sulla breccia, bisogna crederci.
Giorgio Tosto
Probabili formazioni:
Belgio (4-3-3): Courtois; Ciman, Alderweireld, Vermaelen, Vertonghen; Witsel, Nainggolan, Fellaini; De Bruyne, Lukaku, Hazard. All.: Wilmots
Italia (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Candreva, Parolo, De Rossi, Giaccherini, Darmian; Pellé, Eder. All: Conte