Ogni anno, nelle famiglie di tutto il mondo, si fa il presepe andando a rispolverare gli oggetti dell’anno precedente, ma qualcosa di nuovo viene sempre aggiunto rendendolo così sempre diverso ed unico. E allora perché non cambiare anche in Chiesa, dice il parroco della nostra Parrocchia di Linera, e questo non significa certo non avere il rispetto per le tradizioni, perché l’unica tradizione veramente importante è allestire il Presepe, non certo il posto, lo scenario e le figurine utilizzate.
Per realizzare ciò che aveva in testa, come dice lui, illuminato dallo Spirito Santo, ha costituito all’inizio di ottobre, la prima commissione unica per la realizzazione del presepe in Chiesa e per promuovere il presepe in ogni casa. All’inizio, la cosa che poteva sembrare strana o almeno azzardata, è che non ha scelto le persone con più esperienza nel settore, ma semplicamente delle “persone”, e così diverse tra loro che solo l’idea di passare del tempo insieme poteva risultare complicato, figuriamoci costruire qualcosa!
Eppure, la gioia del fare qualcosa di diverso e il forte senso di responsabilità li ha aiutati, giorno dopo giorno, a formare un gruppo molto unito con un unico obiettivo: fare il presepe non per sentirsi elogiati per la loro bravura ma per fare qualcosa che partisse dalla comunità per la comunità.
E così la provvidenza li ha premiati e anche aiutati, perché senza chiedere nulla, si sono ritrovati fra le mani tre grandi costruzioni stile barocco siciliano, da usare come scenario, che guarda caso erano perfette per le “statuine” di Caltagirone di 30 centimetri di altezza, dai tratti veritieri e dalle linee morbide, acquistate qualche giorno prima. Come un puzzle tutti i pezzi sono stati assemblati : le case monumentali curate nei minimi particolari a rappresentare la parte ricca della città e un ovile diroccato e una grotta di pietra lavica a rappresentare la povertà e l’emarginazione ; distanti perché divise da un fiume,ma non slegate completamente , le due aree infatti comunicano fra loro attraverso un ponte che rappresenta la possibilità che ha ognuno di noi di raggiungere Cristo e la sua luce. Già proprio la luce, di cui parla il profeta Isaia , il cui versetto è stato scritto a lettere cubutali alla base del presepe: “Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce. “(Is.9,1)
Il risultato ottenuto è a dir poco sorprendente: un presepe tipicamente siciliano, senza meccanismi particolari ed effetti strabilianti ma in armonia perfetta con la linea teologica e un gruppo di persone che hanno imparato a conoscersi e a stimarsi mettendo da parte l’egoismo e la voglia di protagonismo.
Graziella Madagisti