Solidarietà / L’associazione “Punta al cuore” organizza un pranzo per la comunità “Madonna della Tenda di Cristo” di Acireale

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La presidente dell'associazione, Agata Pulitano
La presidente dell’associazione, Agata Pulitano

L’associazione “Punta al cuore” è un associazione che si occupa del sociale, nata nel settembre 2015  a San Giovanni La Punta, attualmente ha sede a Belfiore; abbiamo incontrato l’attuale presidente, la quarantanovenne Agata Pulitano, che nella vita è responsabile di un Centro anziani alla Multiservizi puntese, e che da diverso tempo si occupa di volontariato, per conoscere per saperne di più sull’evento previsto per domenica 30 ottobre e per conoscere le attività svolte dalla stessa associazione.

«L’associazione “Punta al cuore” organizza una giornata per i piccoli della “Madonna della tenda di Cristo” di Acireale, bambini meno fortunati di altri, con il supporto del proprietario di “Torre del pino” – ci ha detto Agata – che offrirà loro un pranzo e tanta animazione; in occasione di questo evento collaborano anche i commercianti di alcuni negozi di Acireale e di Catania, che donano ai piccoli parte della loro merce. È prevista anche la presenza del conduttore tv Salvo La Rosa».
«Come associazione – ha aggiunto –  non siamo schierati politicamente con nessuno; facciamo tutto da soli, siamo circa 25 volontari, tutti per uno, uno per tutti. Organizziamo gite e con il ricavato si compra cancelleria, zaini per i bambini bisognosi. Portiamo  i giochi antichi nelle piazze, come il tiro alla fune o la corsa con i sacchi, animazione clown; portiamo abiti a chi ne ha bisogno, passeggini gemellari, alimenti come pasta, latte; la mattina andiamo a ritirare la colazione nei bar, nei panifici che ci supportano e la offriamo ai meno fortunati.
«Tante persone – sottolinea la Pulitano – sono disperate e chiedono il nostro aiuto; senza il mio volontariato non potrei vivere, se tolgo la mia maglietta non sarei nessuno.
«L’associazione prima era un ramo di una Onlus di un mio amico, io allora ero una semplice volontaria. Al momento che sono sorti dei problemi e che l’associazione si doveva chiudere, i volontari mi chiamano e mi invogliano a continuare; da qui rifletto, il primo ad appoggiarmi è stato mio marito che mi vedeva un po’ giù, così mi suggerisce di intestarmi tutto. In neanche cinque mesi abbiamo avuto dei risultati, la stiamo facendo diventare una Onlus. Oggi non mi pento di aver preso in mano le redini dell’associazione, ringrazio tutti gli amici che credono in me e nei miei ragazzi».

Graziella De Maria

 

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