Carissimo lettore,
“…Et in pannis eum involvit et reclinavit eum in praesepio…” (Lc 2,7): questo il semplice testo latino di San Luca. Questa la traduzione dalla CEI: “…lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia…”
Con la festa di Cristo Re, istituita da papa Pio XI (con l’enciclica “Quas primas” dell’11 dicembre 1925), si è concluso l’anno liturgico e con esso il Giubileo della Misericordia. Comincia l’Avvento con le feste che lo contraddistinguono: “’u quattru Barbara, ’u sei Nicola, ’u tridici Lucia e ’u vinticincu lu Misìa”. Alla solennità dell’Immacolata segue la “Novena” e con essa l’allestimento dei presepi.
“Devozione del Natale. – Non sorrido nel vederti comporre le montagne di sughero del presepio e collocare le ingenue figure di creta intorno alla grotta. – Non mi sei mai apparso tanto uomo come in questo momento in cui sembri un bambino”. (San Josemaria Escrivà, “Cammino” N° 557).
Il termine “presepio” viene dunque dal testo di San Luca. Alcuni dipinti della Madonna dei primi secoli sono attribuiti a questo discepolo di San Paolo, sicuramente più colto degli altri tre evangelisti. Egli, più di altri, ha riferito dettagli della vita della Madonna così intimi e preziosi. Quanta delicatezza nell’espressione “reclinavit eum”! I santi come Sant’Alfonso rimanevano estasiati nel contemplare il Bambinello disceso “dalle stelle” per venire in “una grotta al freddo e al gelo”.
La nostra tradizione popolare racconta, nelle varie canzoni del tempo natalizio, il secondo libro di San Luca: pulire la stalla “a lu re di la natura”; “ni mancavunu palazzi” degni di poterlo accogliere, e invece “…nascìu nda na povira mangiatura” (in una povera mangiatoia); “susi pasturi”, l’arrivo dei vari abitanti della zona, ciascuno recante il frutto del proprio lavoro, ecc…
Non basta una vita per capire che i misteri racchiusi nelle pagine del Vangelo riguardano colui che le legge e che non è, pertanto, una lettura qualunque. Questo Bambino è lo stesso che per tre anni percorrerà la terra della Palestina predicando e guarendo; che si è invitato a casa di Zaccheo, che prima di morire ha promesso il Paradiso al ladrone pentito; che dopo la morte è risuscitato ed è apparso ad alcuni come ai discepoli di Emmaus, ai dodici apostoli e a tanti riuniti in un’assemblea piuttosto affollata. È lo stesso che, attraverso la Chiesa da Lui fondata, ci fa pervenire questa bella “Novella”: stabilire un contatto personale di amicizia con ognuno per “regnare” nel suo ambiente, nella sua vita.
In questo clima di serena attesa, ricevi cari saluti da
Nino Ortolani