Vangelo della domenica (11 dicembre) / Far tacere le proprie parole per dare spazio all’ascolto della parola di Dio

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Canto al Vangelo (Is 61,1)
Alleluia, alleluia
Lo Spirito del Signore è sopra di me,
mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio.
Alleluia

battista_1Vangelo (Mt 11,2-11)
In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”. In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».
Parola del Signore

Riflessione
Il brano del Vangelo di questa terza domenica di Avvento si apre con la domanda di Giovanni Battista: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”
Giovanni Battista, colui che annunciava la venuta del Regno, adesso, davanti alle opere che Gesù compiva, si interroga sul proprio modo di vedere l’Atteso, cioè il Messia: “Sei tu?”. Giovanni è il profeta della verità, la sua profezia si fa domanda che interroga e che si pone in ascolto della parola di Dio. La grandezza di Giovanni elogiata da Gesù – “E’ il più grande tra i nati da donna” – consiste, per l’appunto, nel far tacere le proprie parole per dare spazio all’ascolto della parola di Dio. Il profeta non è il maestro di una dottrina, bensì è l’uomo che desidera donarsi all’amore di Dio ponendosi in ascolto, per poter vedere la vita con uno sguardo nuovo, annunciando il Regno di Dio. Alla domanda: “Sei tu?”, Gesù risponde invitando a vedere le sue opere compiute: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. Le opere da lui compiute parlano di Gesù che apre gli occhi di chi non vede la salvezza, ridona lo slancio e nuovo vigore ai passi zoppicanti dei dubbiosi, risana e guarisce dalla lebbra del peccato, riapre le orecchie di chi è sordo nell’udire la sua Parola, ridona la vita vera a coloro che muoiono nell’indifferenza e nella menzogna, e dona il lieto annuncio del Vangelo a coloro che ne sono privati e bisognosi. Colui che si pone in ascolto della parola di Dio non scandalizzandosi di Gesù, è beato, cioè vive la beatitudine dei figli di Dio. Il beato è l’uomo nuovo, rinato dall’acqua e dallo Spirito (Gv 3,5), è colui che attende il Signore che viene, dentro l’ascolto silenzioso e amante del cuore, per dare spazio alla parola di Dio che tutto rinnova e vivifica.

Letizia Franzone

 

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