Comunicazioni sociali / Quando la speranza non si cerca più nel tempo ma nello spazio digitale. Papa Francesco: “Coscienze anestetizzate”

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Non temere, perché io sono con te (Is43,5). Comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo” è il titolo del messaggio di Papa Francesco per la 51esima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Un testo che parla alle menti della gente perché non si lasci scivolare nella disperazione del racconto quotidiano della vita con il rischio di essere tentati da una coscienza anestetizzata. Oggi, nel mare magnum d’internet, guerre, terrorismo, scandali, agiscono da catalizzatore e toccano le corde dell’emotività fino a addormentare le coscienze degli uomini: speranza e fiducia non sono più da ricercare nel tempo del bene o del male ma in uno spazio digitale segnato da aridità e indifferenza. Spingiamoci un po’ più in là nella riflessione. Sempre nel mare magnum d’internet c’è chi gioca sulla pelle degli altri “vendendo” speranza e fiducia. È il caso degli ingannevoli annunci di assunzioni di posti di lavoro o, peggio ancora, della scoperta di una formidabile cura che risolverebbe in breve tempo anche il più accanito tumore. Queste bufale, meglio conosciute come fake news, si diffondono come i pidocchi! Il titolo ha sempre del sensazionale (“Notizia shock”, “Attenzione”, “Urgente”) e alla fine il consiglio è sempre lo stesso: scritto a caratteri cubitali “Condividete”. Il risultato è sorprendete. Una volta che la bufala è immersa nella rete acquista popolarità e conquista  centinaia di pollici alzati (I Like) e diventa virale. Ma gli effetti immediati sono minori rispetto a quelli di lunga durata. Un’indagine del 2015 condotta dai ricercatori del Computational social science dell’Imt di Lucca  afferma che “l’individuo posto di fronte a un’idea diversa dalla sua non fa che radicalizzarsi e arroccarsi sulla propria opinione”. Ciò significa che nemmeno dinanzi a certe verità, succubi dell’effetto bufala, si cambia opinione. Significa che la nostra testa è totalmente anestetizzata e che abbiamo smesso di cercare il vero. Ci accontentiamo di una speranza effimera, di una fiducia aggregata, perché tale è il concetto che sottostà alle dinamiche delle fake news: si aggregano notizie  in un unico calderone e attorno a questi si creano gruppi polarizzati dove si rinforza una certa visione del mondo. Che non è quello della speranza, quello reale che Papa Bergoglio ci invita a scrutare con intelligenza oltrepassando quel sentimento di malumore e di rassegnazione che spesso ci afferra, gettandoci nell’apatia, ingenerando paure o l’impressione che al male non si possa porre limite”.

Domenico Strano

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