Passione e sensualità nella “Carmen” di Pirrotta

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E’ la forza oscura del duente, il potere misterioso di cui parlava il poeta spagnolo García Lorca, inquietudine e suggestione che tutto il mondo sente e che nessuna filosofia spiega, a tracciare la chiave di lettura della “Carmen”di Georges Bizet che con la regia di Vincenzo Pirrotta e la direzione dell’orchestra di Will Humburg ha inaugurato la Stagione Lirica 2012 del Teatro Massimo Bellini di Catania, facendo registrare il tutto esaurito per ciascuna delle sette recite previste in cartellone.

Il mondo dei gitani, suggestivo e affascinante in quest’opera lirica tra le più conosciute ed eseguite in tutto il mondo, ricostruito nel lavoro con cantanti e artisti partendo dagli scritti di García Lorca e ponendo alla base della messinscena, dall’inizio della vicenda, dell’incantesimo d’amore che legherà fino alle infauste conseguenze Don José a Carmen, un’azione che ruota attorno al concetto di sensualità e alla frenesia della carne e del sangue. Sangue che non scorre solo nel tragico finale in cui si sviluppa completamente il senso di tragedia moderna, ma che, in un complesso quanto discusso tentativo di rendere l’allestimento folcloristico e ricco di riferimenti alla terra di Sicilia, segna l’intera rappresentazione; aleggia nell’area di Escamillo in cui è la mattanza dei tonni a prendere il posto della crudeltà e del fascino della corrida, o nella vita dei contrabbandieri che ripropongono riti e crimini di Cosa Nostra. Tra le azioni sceniche che più hanno colpito gli spettatori l’immagine dei contrabbandieri che prima strangolano e poi sciolgono nell’acido un ragazzino. Scelte registiche di forte impatto per un allestimento innovativo con i costumi di Françoise Raybaud e le scene minimaliste di Sebastiana Di Gesù che con soli 40 tavoli ha ricreato ciò che l’opera richiedeva: il letto in cui Carmen e Don José consumano il loro primo incontro carnale, la selva nella scena delle montagne, le pareti dell’arena nell’ultimo atto.

Sul piano musicale, per il dramma di Henri Meilhac e Ludovic Halévy tratto dalla novella di Prosper Mérimèe, la scelta è caduta invece sulla versione quasi integrale in lingua francese e con i recitativi di Ernest Guidaud, compresi frammenti che nell’edizione conosciuta mancano, eliminati da Bizet in occasione della prima messa in scena a causa delle difficoltà per il coro dell’Opera-Comique di cantare tutte le parti così come erano state scritte originariamente. Applausi, oltre che per l’orchestra e per i principali interpreti, tra cui Rinat Shaham (Carmen), Vsevolod Grivnov (Don José), Tatiana Lisnic (Micaela), Homero Pérez-Miranda (Escamillo), anche per il coro diretto da Tiziana Carlini e per il coro di voci bianche “Gaudeamus Igitur” Concentus diretto da Elisa Poidomani.

Monica Trovato