A Randazzo ormai la rappresentazione della Passione di Cristo è diventata una tradizione della settimana Santa, un appuntamento fisso che non può mancare. Gli organizzatori, ideatori, attori, registi e quanti ne prendono parte, si fanno chiamare “gruppo Passione” ed è così ormai che sono conosciuti.
L’edizione di quest’anno è l’undicesima e presenta una novità assoluta: non verrà più ambientata nelle vie del centro storico, dove si è sempre svolta (sebbene seguendo percorsi variabili da un anno all’altro), bensì nel suggestivo scenario del parco Sciarone. Questa variazione ha chiaramente comportato un maggior dispendio di energie, sia per via delle scenografie da allestire, sia per via dell’ aggiuntiva richiesta al Demanio Forestale di Catania. Inoltre la modifica dell’ambientazione ha avuto come conseguenza diretta la modifica dell’orario: per ragioni di illuminazione, quest’anno la rappresentazione andrà in scena nella Domenica delle Palme. alle 16 anziché di sera. Ben 53 saranno gli interpreti, tra attori e comparse.
Nel corso degli anni il gruppo si è modificato, acquisendo nuovi partecipanti e perdendone di vecchi, ma la qualità del prodotto è sempre rimasta all’altezza della fama che ha acquisito, tanto che, visto il successo, aleggia l’idea di costituire una vera e propria associazione, regolarmente registrata. Il gruppo, che abbraccia chiunque ne voglia far parte, negli anni si è appoggiato a diverse parrocchie e quest’anno è particolarmente supportato dalla parrocchia di Santa Maria. Le prove sono iniziate già subito dopo Natale e si svolgono con cadenza fissa: presso l’Opera De Quatris, due volte alla settimana, direttamente al parco Sciarone, ogni sabato. Si tratta di un lavoro molto impegnativo, ma altrettanto gratificante, come mi raccontano i quattro registi: Claudia Caggegi, Marianna Farina, Mariella Proietto Carminello e Marcello Di Vincenzo. “Il primo anno” -racconta Marianna, che ha partecipato ad ogni edizione, sin dall’esordio- “il gruppo ha ricevuto alcuni fondi dalla Regione. Grazie a questi è stato possibile realizzare i costumi e la scenografia. Dal secondo anno in poi, solo qualche contributo dal Comune e da sponsor privati, ma sempre insufficienti a pagare le spese. Così noi volontari del gruppo ci autofinanziamo, cercando di ammortizzare le spese, realizzando in prima persona tutto il possibile, tra quanto è necessario per l’allestimento dello spettacolo. Ci piace realizzare qualcosa di bello per il nostro paese ed è questo che ci ha sempre spinti a continuare”.
Annamaria Distefano